
Quando giovedì sera Leone e Francesco sono usciti di casa, la pioggia batteva forte sui tetti, e l’acqua cominciava a invadere strade e cortili. Ma loro non ci hanno pensato due volte. Il richiamo della solidarietà era più forte del maltempo. Dovevano raggiungere il punto di raccolta della protezione civile per offrire una mano, come avevano sempre fatto. Leone, uomo esperto e appassionato di tecnologia, e Francesco, suo figlio ventenne, erano uniti da molto più che il sangue: lavoravano insieme, gestivano insieme un’azienda e, soprattutto, condividevano un senso profondo del dovere verso la comunità.

A bordo della loro Fiat Ulisse, hanno imboccato una strada secondaria, puntando verso il cuore del paese. Nessuno dei due poteva immaginare che il ponte che stavano per attraversare — una vecchia struttura accanto al principale — si stesse sgretolando sotto i colpi della furia dell’Agno, il torrente che attraversa quella valle.
La voragine li ha inghiottiti in un attimo. L’auto è stata trascinata via dall’acqua, sparendo nel buio della notte e nella violenza della corrente. I soccorsi sono partiti subito, con i vigili del fuoco al lavoro dalle due di notte. Ma da subito si temeva il peggio. Venerdì mattina, i corpi di Leone e Francesco sono stati ritrovati. Uniti anche nella fine.
Erano conosciuti e stimati da tutti. Con la loro azienda, la Sitec, avevano dato vita a soluzioni tecnologiche per l’industria, contribuendo allo sviluppo del territorio. Ma più ancora del successo imprenditoriale, erano noti per l’impegno umano, per la generosità discreta.
Ora, il ponte è sotto sequestro. Le indagini sono state affidate al pubblico ministero, che dovrà accertare eventuali responsabilità. «Il ponte era vecchio, ma percorribile», ha spiegato un rappresentante della Regione, sottolineando come le forti piogge abbiano messo in crisi anche infrastrutture considerate sicure. In poche ore, sulla zona sono caduti oltre 150 millimetri di pioggia. Le autorità parlano di portata “storica” del torrente.
E mentre gli esperti analizzano la struttura crollata, in paese resta il vuoto lasciato da due persone che, semplicemente, avevano scelto di aiutare. Una scelta silenziosa, che oggi racconta più di mille parole.