
Che ci faceva Matteo Salvini, in polo militare e calzoncini corti, con buste della spesa in mano, davanti all’ambasciata dell’Oman dove si stanno tenendo i delicati negoziati sul nucleare tra Usa e Iran? No, non cercava di fare da mediatore tra Washington e Teheran: “Passo per caso, ragazzi”, ha detto ai giornalisti, comparsi come funghi attorno a lui, attirati forse dall’odore del tonno sott’olio nella sporta o forse da quello del fuoriprogramma a metà tra diplomazia e discount.
La scena, che pareva una gag scritta da Crozza, è stata invece tutto tranne che preparata – almeno secondo il diretto interessato, che ha assicurato di trovarsi lì solo per puro caso, mentre “faceva la spesa”. La domanda sorge spontanea: che supermercato c’è in zona ambasciate? E soprattutto: era un’insalata filoamericana o un riso basmati non allineato?

Salvini e la sua visione sul nucleare
A precisa richiesta su una sua opinione in merito all’incontro, il vicepremier ha risposto con quella consueta mistura di pragmatismo padano e ottimismo domestico: “Mi auguro che il nucleare si usi per scaldare scuole e ospedali, non per le armi.” Il tutto mentre stringeva una confezione di carta igienica come fosse un trattato di pace.
Nel frattempo, i negoziati veri continuano. Dentro, americani e iraniani trattano con freddezza. Fuori, Salvini porta calore. O almeno, porta la spesa.