
Roma si sveglia piano, in questi giorni di attesa. Le pietre di San Pietro sembrano trattenere il respiro insieme ai fedeli, ai pellegrini, alla città intera. È una Pasqua diversa, questa. Una Pasqua in cui l’attesa diventa preghiera e il silenzio si carica di significato. Tutti guardano verso quella Loggia, là in alto, dove forse – se Dio vorrà – Papa Francesco tornerà ad affacciarsi.
Il Pontefice ha espresso il desiderio di essere lì, domenica 20 aprile, per la benedizione Urbi et Orbi. Non è solo un gesto liturgico, ma una voce che si leva per la città e per il mondo, un messaggio di pace e di presenza. E se è vero che il corpo del Santo Padre resta fragile, segnato dalla fatica e dalla malattia, è altrettanto vero che il suo spirito si mostra saldo, determinato, vivo.
Da giorni, le sue condizioni vengono monitorate con attenzione. Chi gli è vicino racconta momenti di miglioramento, di respiro più libero, di sguardi più lucidi. Ma non si possono fare promesse. Solo domenica, solo all’ultimo momento, si saprà se le sue forze gli permetteranno di essere lì, come ogni anno, a benedire il mondo intero.
In sua vece, i cardinali presiederanno le celebrazioni liturgiche del Triduo e della Veglia. Ma quel gesto finale – la benedizione dalla Loggia – resta sospeso, come una speranza che non vuole spegnersi.
Intanto, le mani si intrecciano in preghiera nelle parrocchie e nelle case. I bambini disegnano colombe e croci colorate. Gli anziani guardano la televisione, sperando di rivedere quel volto familiare. E sui social, in mille lingue, si moltiplicano messaggi semplici: “Forza Papa Francesco”, “Ti aspettiamo”, “Siamo con te”.
Perché quell’Urbi et Orbi non è solo un rito: è un abbraccio. È un mondo intero che si raccoglie davanti a un uomo vestito di bianco che, anche da seduto, anche con voce affaticata, riesce ancora a parlare al cuore di milioni.
E allora domenica, poco prima di mezzogiorno, tutti gli occhi saranno lì, puntati verso quella finestra. Nella luce di primavera, tra i marmi e i canti, nella potenza semplice della fede, il mondo aspetta. E spera.