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Trump, l’Europa diffida dell’idea di Meloni: “Vertice sì, ma non a Roma”

Pubblicato: 19/04/2025 08:34

Era attesa come una mossa diplomatica coraggiosa, quasi visionaria. La proposta, fatta dall’Italia, di ospitare un vertice tra Stati Uniti e Unione europea, ha inizialmente raccolto consensi di facciata. Un’apertura, certo, ma seguita da un’ondata di caute riflessioni. Perché dietro l’entusiasmo apparente si celano tensioni, dubbi e una certa dose di diffidenza.

Meloni, dopo il suo recente incontro a Washington con il leader statunitense, ha aggiornato la presidente della Commissione europea sull’esito del colloquio. «Un passo positivo», si è sentita rispondere. Ursula von der Leyen ha apprezzato l’idea, definendola un’opportunità per «costruire un ponte politico diretto tra Ue e Stati Uniti». Eppure, quel ponte sembra poggiare su pilastri ancora troppo instabili.

Il nodo? Roma. L’eventualità di ospitare il vertice nella capitale italiana non convince molte cancellerie europee. L’ipotesi viene considerata una forzatura, persino un’indebita concessione alla Casa Bianca. Per alcuni rappresentanti degli Stati membri, spostare l’incontro da Bruxelles a Roma equivarrebbe a minare l’equilibrio istituzionaledell’Unione. Una sorta di legittimazione del giudizio americano sul ruolo europeo, letto in chiave troppo “nazionale”.

Anche Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo, è stato informato dall’Italia. Aveva accolto positivamente l’idea di un vertice, ma ora i contatti con gli altri 27 partner si fanno più complessi. Le resistenze non sono solo logistiche: si teme di creare un precedente che sposti l’asse del confronto fuori dalle sedi naturali dell’Ue.

Nel frattempo, le trattative sul commercio restano al palo. Nessun reale progresso sul fronte della guerra dei dazi, e nei palazzi comunitari il sospetto su Trump resta forte. Il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, è tornato da un recente viaggio a Washington senza risultati, e per ora non è previsto un suo ritorno oltreoceano. I prossimi incontri saranno a livello tecnico, ma l’atmosfera non promette svolte.

Con il vertice Nato all’Aja e un Consiglio europeo già programmato a Bruxelles, molti si chiedono: «Perché rischiare di frammentare il fronte europeo?». La risposta, per ora, non è unanime. E mentre l’Italia si propone come mediatrice, l’Europa riflette se sia davvero il momento giusto per mettere in scena una tale apertura, o se non sia invece più prudente attendere che le acque, politicamente parlando, si calmino.

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