
Quando la terra si muove, il tempo sembra fermarsi. Le case si svuotano in fretta, la gente corre all’aperto, e per qualche istante tutto si riduce al rumore sordo che sale dal profondo e al battito accelerato del cuore. Nessuno si abitua davvero a quel tipo di paura: arriva all’improvviso, travolge ogni sicurezza, rimette in discussione la solidità delle cose e la certezza dei giorni.
Non serve che il sisma sia di forte intensità perché torni quella sensazione di precarietà assoluta. In molti contesti, basta poco: edifici non preparati, territori vulnerabili, sistemi di allerta inesistenti o poco efficaci. Ogni scossa diventa allora una minaccia reale, un evento che può cambiare vite e comunità nel giro di pochi secondi, con un’eco lunga che si misura in macerie, in attese, in silenzi.

Un terremoto di magnitudo 5.8 della scala Richter ha colpito oggi l’Afghanistan. Lo ha reso noto il Centro Nazionale di Sismologia afghano, spiegando che il sisma è stato registrato nelle prime ore del mattino. Il Times of India riferisce che la scossa è stata avvertita anche a Nuova Delhi, dove alcuni residenti hanno lasciato le proprie abitazioni per precauzione. Al momento non risultano danni gravi o vittime, ma le autorità locali sono in allerta e stanno effettuando verifiche nelle aree più vicine all’epicentro.
Il territorio colpito è tra i più esposti al rischio sismico: eventi simili si sono già verificati in passato, lasciando spesso conseguenze drammatiche. In regioni dove le abitazioni sono costruite con materiali poveri e i servizi di emergenza sono fragili o insufficienti, anche una scossa di entità moderata può trasformarsi in una tragedia. La pericolosità non dipende solo dalla magnitudo, ma dalle condizioni del terreno, dalla densità abitativa e dalla capacità di reazione delle comunità coinvolte. E ancora una volta, il timore è che il peggio possa emergere solo con il passare delle ore.