Vai al contenuto

Italia, terremoto a Pasqua. Scossa e tanta paura

Pubblicato: 20/04/2025 08:16

Era da poco passata la metà della notte quando un tremore ha attraversato il silenzio, come un respiro trattenuto troppo a lungo che all’improvviso esplode. Le case dormivano, le strade erano vuote, i lampioni riflettevano la calma apparente di una provincia che conosce l’immobilità come condizione abituale. Eppure, c’è stato un attimo — breve, ma nitido — in cui tutto si è fermato: i vetri hanno vibrato, le testiere dei letti hanno scricchiolato, e molti occhi si sono aperti nel buio senza sapere perché.

Qualcuno ha pensato a un sogno agitato, qualcun altro ha guardato subito l’orologio. Le 3:55. Poi, i primi post sui social, brevi e quasi identici: “L’avete sentita anche voi?” È bastata una parola — scossa — per riportare alla mente ricordi sopiti, vecchie paure mai del tutto dissolte. Chi abita in certe zone lo sa: quando la terra si muove, non è mai solo un evento. È una memoria che torna.

La conferma è arrivata poco dopo l’alba: un terremoto di magnitudo 3.4 è stato registrato alle 03:55 di oggi, domenica 20 aprile, con epicentro a Picerno, in provincia di Potenza. L’ipocentro è stato localizzato a una profondità di 26.3 chilometri, un dato che spiega perché la scossa sia stata avvertita distintamente anche a Potenza città e in numerosi comuni della provincia. Nessun danno è stato segnalato, ma la paura ha fatto il giro dei telefoni prima ancora che arrivassero le conferme ufficiali.

La profondità del sisma ha contribuito a una diffusione più ampia dell’onda sismica, che ha raggiunto anche aree non immediatamente vicine all’epicentro. Su Facebook e altri social sono apparse decine di segnalazioni nel giro di pochi minuti: “Mi ha svegliato”, scrive una donna da Tito; “Pensavo fosse un camion che passava sotto casa”, dice un ragazzo da Melfi. Molti raccontano di non aver più ripreso sonno. La memoria dei terremoti, in Basilicata, è qualcosa che scava più in profondità delle faglie.

Una regione che non dimentica

La Basilicata non è nuova a episodi sismici. Sebbene il territorio non sia tra i più attivi d’Italia, le aree appenniniche interne presentano un livello di rischio non trascurabile. Basta tornare con la mente al 23 novembre 1980, quando il terremoto dell’Irpinia — con una magnitudo ben diversa — seminò morte e distruzione anche nel potentino. Quella notte è ancora presente nel racconto di chi la visse, nei silenzi che seguono certe domande.

Un rischio costante, anche se invisibile

L’evento di questa notte è classificabile come scossa strumentale: sufficiente a farsi sentire, ma troppo lieve per produrre effetti visibili. Tuttavia, secondo gli esperti, la profondità dell’ipocentro e la collocazione geografica lo rendono un episodio da monitorare. La zona tra Picerno, Tito, Satriano di Lucania e le pendici del monte Li Foj è interessata da faglie attive che, pur rilasciando energia con eventi di lieve intensità, potrebbero — in caso di concatenazioni — dar vita a fenomeni più forti.

Non ci sono stati danni. Nessun ferito, nessuna crepa. Solo una vibrazione e un risveglio improvviso. Ma in certi luoghi, anche quando la terra sembra dormire, il suo cuore resta inquieto. E a ogni battito, la memoria torna a fare il suo mestiere.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure