
Tra il silenzio immobile delle pinete e il rumore ritmico delle onde che si infrangono sul litorale, il Gargano si sveglia ancora una volta con il fiato sospeso. In quelle terre antiche dove la pietra si mescola alla leggenda e ogni ulivo sembra sapere più di quanto mostri, il tremore della terra non è più solo una suggestione ma una presenza costante, come un battito sommerso che scuote le fondamenta della quotidianità. Il mattino è appena iniziato e già l’allarme si diffonde tra chi abita queste zone di Puglia che sanno essere aspre e generose insieme, dove ogni scossa viene avvertita prima con il cuore che con la pelle.
Non è più solo paura, è attesa. Una lunga attesa che dura da più di un mese, da quel 14 marzo segnato dalla forte scossa di magnitudo 4.7, avvertita distintamente in tutta la provincia di Foggia e che ha acceso i riflettori su una porzione di territorio da sempre fragile, ma oggi osservata con crescente attenzione. Il Gargano, con la sua bellezza selvaggia e il suo ventre carsico, sembra voler ricordare a chi lo abita che sotto la superficie si muove una storia più profonda, fatta di tensioni e fratture invisibili.

Anche questa mattina, domenica 20 aprile, la terra ha tremato. Un terremoto di magnitudo 2.4 è stato rilevato alle 7:33 dalla Sala Sismica dell’Ingv di Roma, con epicentro in mare, al largo di Marina di Lesina, nella zona compresa tra il Bosco Isola e lo Schiapparo, a 7 chilometri di profondità. Le località più vicine all’epicentro sono Lesina (12 km), San Nicandro Garganico (13 km), Poggio Imperiale (15 km) e Apricena (16 km). Una zona che continua a essere interessata da uno sciame sismico sempre più esteso e monitorato.
Soltanto ieri, nel pomeriggio di sabato 19 aprile, un’altra scossa lieve, di magnitudo 2.1, era stata registrata a 3 chilometri a sud di San Marco in Lamis, alle ore 17:44, a una profondità di 24 chilometri. Anche in quel caso, nel raggio di 20 chilometri, risultano coinvolti diversi comuni: Rignano Garganico (5 km), San Giovanni Rotondo (8 km), San Nicandro Garganico (19 km), Cagnano Varano e Apricena (20 km). Il terreno, insomma, continua a segnalare il suo malessere, costringendo istituzioni, cittadini e protezione civile a mantenere alto il livello di attenzione.
Secondo i dati ufficiali dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, salgono a 49 le scosse di magnitudo uguale o superiore a 2 registrate in provincia di Foggia dall’inizio dell’anno a oggi. Un numero che, sebbene non indichi necessariamente un’imminente emergenza, racconta però di una situazione che non può più essere considerata transitoria.
Il Gargano, con il suo paesaggio affascinante e impervio, ha imparato a convivere con la sua geologia complessa. Ma quando la terra comincia a parlare con tanta insistenza, il messaggio non può essere ignorato. Le autorità continuano a monitorare l’evolversi dello sciame, mentre nei paesi e nei borghi del promontorio, la quotidianità si adatta, giorno dopo giorno, al ritmo incerto della faglia.