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Tragedia a Pasqua, muore in moto a solo 22 anni: “500 metri da casa…”

Pubblicato: 20/04/2025 17:20

Era una notte come tante altre, di quelle che sembrano perfette per un giro in città prima di rientrare a casa. Il silenzio delle strade vuote, interrotto solo dal ronzio di un motore, accompagna i pensieri di chi è diretto verso il calore della propria famiglia. Ma a volte, un attimo, una distrazione o un imprevisto possono cambiare tutto, trasformando una tranquilla serata in un dramma che lascia cicatrici profonde.

Un giovane, poco più che ventenne, con tanti sogni e passioni, si è trovato improvvisamente al centro di un destino crudele. Una caduta, un impatto e poi il buio. Quello che resta sono domande senza risposta, una famiglia devastata e una comunità che si stringe attorno al dolore di chi, da un giorno all’altro, deve imparare a vivere con un’assenza insopportabile.

La tragedia

Roy Caleb Soliz Omonte, 22 anni, ha perso la vita nella notte di Pasqua. Era in sella alla sua Vespa 125, come tante altre volte, mentre percorreva una strada che conosceva bene. Ma qualcosa è andato storto. Intorno alle 4 del mattino, mentre rientrava verso casa, il giovane ha perso il controllo della moto, sbandando e finendo contro un’aiuola. L’impatto è stato devastante.

Il luogo dell’incidente, illuminato dalle luci fredde di un distributore di benzina, è ora diventato uno spazio di dolore e memoria. Tracce sull’asfalto, un casco abbandonato e i segni lasciati dai soccorritori raccontano una storia che nessuno vorrebbe mai vivere. Nonostante il tempestivo intervento del personale sanitario, che lo ha trasportato d’urgenza all’ospedale Papa Giovanni XXIII, per Roy non c’è stato nulla da fare. Poche ore dopo l’arrivo, il suo cuore ha smesso di battere.

Una vita semplice, piena di affetti e passioni

Roy Caleb era un ragazzo come tanti, ma con una luce speciale. Nato in Bolivia, si era trasferito a Bergamo con la famiglia quando aveva appena due anni. Cresciuto nel quartiere di Loreto, aveva trovato il suo equilibrio tra lavoro, amici e una passione sconfinata per il calcio. L’Inter, per lui, non era solo una squadra: era un simbolo, una fede, una parte fondamentale della sua vita.

Dopo il diploma all’istituto superiore Guido Galli, Roy aveva iniziato a lavorare come commesso presso il negozio JD Sports del centro commerciale Oriocenter. I colleghi e i clienti lo ricordano come un giovane sempre disponibile, con un sorriso pronto e una gentilezza rara. «Era un ragazzo tranquillo, attaccato alla famiglia, senza problemi», racconta una parente.

Il dolore di una madre e di una comunità

Claudia Omonte Rodriguez, la madre di Roy, fatica a trattenere le lacrime mentre guarda l’aiuola contro cui suo figlio si è schiantato. «Era un bravo figlio. Come mi vedeva, capiva subito come stavo», racconta, il volto segnato dalla sofferenza. Accanto a lei, amici e parenti si raccolgono in silenzio, cercando risposte tra i segni lasciati sull’asfalto. La sorella maggiore di Roy, Sheila Alejandra, sta tornando da un viaggio a Barcellona per unirsi alla famiglia e affrontare insieme questa tragedia.

Il quartiere si è stretto attorno ai suoi cari. In tanti hanno lasciato messaggi di cordoglio, fiori e candele sul luogo dell’incidente, trasformandolo in un piccolo santuario di ricordi e affetto.

In attesa dell’ultimo saluto

Ora la famiglia è in attesa di poter fissare la data del funerale, un momento doloroso ma necessario per iniziare a elaborare questa perdita. «Non riesco ancora a crederci», dice un amico di Roy, con gli occhi lucidi. «Era un ragazzo speciale, sempre pronto ad aiutare gli altri. Questa città ha perso una persona straordinaria».

Roy Caleb Soliz Omonte lascia un vuoto che sarà difficile colmare. Il suo ricordo vivrà nei sorrisi di chi lo ha conosciuto, nelle partite dell’Inter guardate con passione e nei gesti di affetto che hanno contraddistinto la sua breve, ma intensa vita.

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