
Washington – “Melania e io andremo al funerale di Papa Francesco, a Roma. Non vediamo l’ora di esserci!” Con questo messaggio, pubblicato su Truth Social, il presidente Donald Trump ha annunciato ufficialmente la sua partecipazione alle esequie del Pontefice, scomparso poche ore fa. È il primo grande leader internazionale a confermare la propria presenza alle esequie, in una mossa che unisce prontezza diplomatica e calcolo simbolico.
Celebrazione e lutto alla Casa Bianca
La notizia è arrivata nel giorno dell’annuale Easter Egg Roll alla Casa Bianca, appuntamento che ha visto il Prato Sud aprirsi a migliaia di bambini intenti a far rotolare oltre 30.000 uova colorate, secondo una tradizione che risale al 1878. Davanti a una folla festante e in un clima di celebrazione primaverile, Trump ha reso omaggio al Papa con poche parole: “Era un brav’uomo, lavorava sodo, amava il mondo”, ha dichiarato, ordinando l’immediata mezz’asta per tutte le bandiere degli Stati Uniti e degli stati federati.
Ma l’intervento del presidente ha avuto anche toni fortemente identitari. “La Pasqua è speciale, ed è uno dei nostri giorni preferiti. Onoriamo Gesù Cristo“, ha detto, aggiungendo con enfasi: “Stiamo riportando la religione in America. Stiamo riportando molte cose, ma la religione sta tornando in America. Ecco perché si vedono i numeri che si vedono.”
La religione come linguaggio politico
Le parole di Trump, pronunciate accanto alla First Lady e a un figurante in costume da coniglio pasquale, non sono nuove nel suo repertorio politico, ma oggi assumono un peso particolare. L’associazione tra il lutto globale per la morte del Pontefice e l’esaltazione del ruolo della religione nella società americana si inserisce in una strategia comunicativa precisa: rilanciare la narrazione di una nazione cristiana da difendere e ricostruire, soprattutto in un anno elettorale in cui la religione è tornata ad essere terreno di mobilitazione identitaria.
Trump utilizza la religione come strumento politico da anni, ma la sua retorica si è fatta più esplicita e assertiva dopo il ritorno alla Casa Bianca. Il richiamo a Gesù Cristo, l’insistenza sulla “rinascita religiosa” dell’America e la partecipazione ai funerali di un Papa spesso percepito come distante dalle sue posizioni, servono a rilanciare un’immagine di sé come leader spirituale oltre che politico. In questo quadro, il messaggio è diretto soprattutto alla base evangelica e cattolica conservatrice, cruciale nel garantire sostegno nei cosiddetti swing states.
Una narrativa per il consenso
Anche il gesto della mezz’asta per Papa Francesco, mai banale per un presidente noto per i suoi toni aggressivi e divisivi, si inserisce in un tentativo di riappropriarsi del linguaggio del rispetto istituzionale e del cordoglio universale, costruendo un ponte tra il nazionalismo americano e la dimensione globale del cristianesimo.
In un momento in cui l’America si confronta con tensioni interne e un nuovo equilibrio internazionale, Trump sceglie di rispondere con un’immagine: quella di una nazione che prega, piange il Papa e rotola uova sul prato. Tutto insieme, senza contraddizione apparente.