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Stati Uniti, nuova bufera sull’uomo di Trump: Hegseth ha condiviso piani militari in chat privata

Pubblicato: 21/04/2025 08:11

Secondo quanto riportato dal New York Times, il segretario alla Difesa Pete Hegseth avrebbe condiviso piani militari riservati relativi a un’operazione contro gli Houthi nello Yemen in una chat di gruppo sul proprio telefono personale. Tra i partecipanti alla conversazione figuravano anche la moglie Jennifer, ex produttrice di Fox News, e il fratello Phil Hegseth, attualmente in forze al Pentagono come consigliere senior e responsabile del collegamento con il Dipartimento della Sicurezza Interna.

Secondo le fonti citate, entrambi hanno partecipato a viaggi ufficiali e riunioni ad alto livello al fianco del Segretario, suscitando ora interrogativi sulla permeabilità tra sfera familiare e incarichi governativi. La chat, battezzata “Defense Team Huddle”, era stata inizialmente creata durante il processo di conferma di Hegseth, con l’obiettivo di coordinare strategie con i suoi più stretti collaboratori. Ma Hegseth avrebbe continuato a utilizzarla anche dopo la nomina, coinvolgendo nel gruppo figure non istituzionali, tra cui il suo avvocato personale Tim Parlatore.

Orari di volo e piani d’attacco

Le informazioni condivise includevano dettagli operativi delicatissimi, tra cui gli orari di volo degli F/A-18 Hornet impegnati nell’attacco contro le postazioni Houthi, replicando di fatto una precedente fuga di notizie. Si tratta infatti del secondo episodio nel giro di poche settimane: recentemente, era stato un giornalista dell’Atlantic a rivelare l’esistenza di un altro gruppo di messaggistica – questa volta su Signal – gestito dal consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, dove era stato accidentalmente incluso il reporter Jeffrey Goldberg.

L’episodio solleva nuovi interrogativi sulla gestione delle informazioni classificate all’interno dell’amministrazione Hegseth e sul ruolo ambiguo di chat informali che si sovrappongono ai canali ufficiali. In attesa di chiarimenti, la vicenda rischia di compromettere ulteriormente l’immagine del Segretario alla Difesa, già criticato per la gestione personalistica e opaca del suo mandato.

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