
Se ne va a 91 anni uno dei volti più appassionati e controversi della storia del calcio italiano, un imprenditore che ha lasciato il segno in almeno tre decenni di Serie A e B. Il suo nome è stato legato ad alcune delle pagine più significative del pallone nostrano, tra successi inaspettati, clamorosi rifiuti di mercato e passaggi di proprietà che hanno fatto epoca.
Nel cuore dei tifosi del Vicenza resterà indelebile il ricordo di quella stagione 1977-1978, quando il club biancorosso, sotto la sua guida, raggiunse un incredibile secondo posto in Serie A. In panchina c’era G.B. Fabbri, in campo un giovanissimo Paolo Rossi, e a orchestrare tutto lui, che da anni viveva per il calcio. Aveva assunto la presidenza della squadra veneta nel 1968, rimanendo alla guida per oltre un decennio. E quando la Juventus bussò alla porta per il talento di Rossi, lui rispose con un clamoroso no. Il resto è storia: il calciatore passò comunque in bianconero, ma soltanto dopo essere finito alle buste.

Giuseppe Farina, per tutti semplicemente Giussi, era nato nel 1933 e avrebbe compiuto 92 anni il prossimo 25 luglio. Laureato in giurisprudenza, aveva una visione imprenditoriale del calcio che lo spinse a occuparsi, nel corso della vita, di ben dodici società, tra cui Padova, Modena, Belluno e Rovigo. Nel 1981 acquistò il Milan da Felice Colombo, trovandolo in una delle fasi più difficili della sua storia. La squadra, in crisi profonda, retrocesse in Serie B, ma con Farina tornò subito in A. Richiamò in panchina Nils Liedholm, che riportò i rossoneri in Coppa Uefa. Tuttavia, problemi economici spinsero Giussi a fare un passo indietro: nel 1986 lasciò la proprietà, cedendola a un allora emergente Silvio Berlusconi, che avrebbe dato inizio a un’era leggendaria.
Oltre alle squadre che riuscì a guidare, cercò anche di acquistare Verona e Venezia, senza successo. In alcune fasi della sua carriera passò il testimone al figlio Francesco, ma il richiamo del campo fu sempre più forte di ogni pausa.
Giussi Farina se ne va con una lunga scia di passione e di calcio alle spalle, portando con sé un pezzo importante della storia sportiva italiana.