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Papa Francesco e la politica argentina, una frattura che l’allontanò dal suo paese

Pubblicato: 22/04/2025 17:12
papa francesco kirchner

Il rapporto tra Papa Francesco e la politica argentina è sempre stato complesso e oggetto di attenzione, ben prima della sua elezione al soglio pontificio nel 2013. Quando ancora era Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, la sua città natale, esercitava un ruolo influente nella vita pubblica del Paese. Un’influenza che ha continuato a far discutere anche dopo il suo insediamento in Vaticano, soprattutto alla luce del suo mancato ritorno in Argentina.

Papa Francesco, un passato da guida della Chiesa argentina

Dal 2005 al 2011, Bergoglio ha presieduto la Conferenza episcopale argentina, ponendo con forza il ruolo della Chiesa cattolica all’interno del dibattito politico nazionale. La sua presenza si manifestava attraverso omelie incisive, documenti pubblici e incontri con leader politici e sindacali. Non mancarono gli attriti: l’ex presidente Néstor Kirchner lo definì “il leader spirituale dell’opposizione”, sottolineando il peso delle sue parole e delle sue posizioni.

Rapporti tesi con i presidenti argentini

Anche il suo rapporto con la presidente Cristina Fernández de Kirchner fu segnato da tensioni, in particolare durante l’approvazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Con il successore, Mauricio Macri, le divergenze continuarono, soprattutto quando nel 2018 fu avviato per la prima volta il dibattito parlamentare sull’aborto, poi legalizzato nel 2020 durante la presidenza di Alberto Fernández.

Nonostante tutto, Francesco non ha mai rinunciato al dialogo, come sottolinea il giornalista Sergio Rubín, coautore delle biografie Il gesuita (2013) e Il pastore (2023). Le sue azioni – o anche le sue omissioni – sono sempre state soggette a interpretazioni politiche, motivo che, secondo Rubín, avrebbe contribuito alla sua scelta di non tornare in Argentina.

Il rischio della strumentalizzazione politica

Voglio andare in Argentina“, ha dichiarato Francesco in un’intervista a Infobae nel 2023, esprimendo però il timore che la visita possa essere strumentalizzata politicamente. “A volte la visita di un Papa può essere utilizzata da una parte o dall’altra”, ha affermato il Pontefice, evidenziando il desiderio di neutralità in un Paese ancora fortemente polarizzato.

In un’altra intervista, Rubín ha descritto Francesco come “un uomo con mentalità politica e capacità di gestione delle situazioni complesse”. Il Papa, infatti, ha ricevuto in Vaticano tutti i presidenti argentini, incluso l’attuale capo di Stato Javier Milei, che in passato lo aveva attaccato con parole molto dure, definendolo “imbecille” e “rappresentante del male sulla Terra”.

Critico del neoliberismo e difensore dei più deboli

Gran parte del magistero sociale di Papa Francesco si fonda su una critica esplicita al neoliberismo e sulla richiesta alle istituzioni pubbliche di tutelare i più vulnerabili. Nel 2024, in un videomessaggio a un’associazione di giudici argentini, ha ribadito: “Lo Stato è oggi più che mai importante, ed è chiamato a svolgere un ruolo centrale di redistribuzione e giustizia sociale”.

Una dichiarazione che ha seguito di pochi giorni l’incontro in Vaticano con Milei, e che molti analisti hanno letto come una risposta indiretta alle politiche economiche del governo argentino.

Papa Francesco e la questione del peronismo

Nonostante la formale separazione tra Stato e Chiesa in Argentina, i legami storici restano profondi. Fino alla riforma costituzionale del 1994, la religione cattolica era requisito per accedere alla presidenza. In questo contesto, ogni parola o gesto del Papa viene letto politicamente, come spiegava nel 2013 il sociologo Fortunato Mallimacci, secondo cui Bergoglio era sempre oggetto di interpretazioni da parte di gruppi di potere mediatico, politico, religioso ed economico.

La questione della vicinanza al peronismo è stata più volte sollevata. “Non sono mai stato un membro, un attivista o un simpatizzante del peronismo. Dirlo è una bugia”, ha dichiarato Francesco. Tuttavia, ha aggiunto: “Se ho una concezione peronista della politica, cosa c’è di sbagliato in questo?”.

Un Papa vicino alle periferie

In Argentina, ha sottolineato Rubín, Francesco è stato percepito come un uomo di sinistra, una visione che ha alimentato resistenze nei settori più conservatori. Il Pontefice ha sempre dedicato grande attenzione al lavoro pastorale nelle periferie e nei quartieri più poveri, volendo mantenere una presenza attiva della Chiesa cattolica nei luoghi più marginali.

Secondo il biografo, il Papa non vuole che “i gruppi di sinistra si impossessino dell’intera rappresentanza popolare, né che questa venga perduta dalla Chiesa”. Una visione che spiega, almeno in parte, la sua volontà di esercitare influenza sociale e morale in un Paese dove fede e politica sono ancora strettamente intrecciate.

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