
Chi sarà il successore del Pontefice scomparso? A provare a dare una risposta non è un teologo né un vaticanista, ma un’intelligenza artificiale. In vista del prossimo Conclave, un modello AI è stato interpellato da una trasmissione francese per stilare una previsione sui possibili candidati alla successione papale.

Secondo l’analisi elaborata, Pietro Parolin – attuale Segretario di Stato – avrebbe una probabilità del 27,6% di essere eletto. Subito dietro di lui, tra i nomi più accreditati, ci sono il cardinale Luis Antonio Tagle, il presidente della Cei Matteo Zuppi, l’ungherese Peter Erdo e il ghanese Peter Turkson.
Chi è il Segretario di Stato Parolin
L’intelligenza artificiale ha costruito la sua proiezione basandosi su cinque criteri principali: composizione sociologica del collegio dei cardinali, volontà di continuità o cambiamento, esperienza diplomatica e di governo, età e salute, e infine l’accettabilità ideologica, ovvero la capacità di mediare tra le varie sensibilità presenti nella Chiesa.
Nel caso di Parolin, il vantaggio sarebbe dato dalla sua abilità diplomatica e dal consenso che raccoglie tra gli europei (53 cardinali), molti italiani e i moderati del Sud globale. “Coniuga il sostegno di una parte significativa degli italiani desiderosi di ‘riportare a casa il papato’ e di molti moderati del Sud che vedono in lui la garanzia di una transizione graduale”, si legge nel commento dell’IA.
Subito dietro, con un 24% di possibilità, l’intelligenza artificiale posiziona Tagle, considerato l’outsider con il miglior potenziale. “Parte con un blocco ben definito: quasi tutti i cardinali asiatici, un certo numero di africani e latinoamericani”, ma dovrà cercare ulteriori consensi tra gli europei moderati per risultare vincente.
Meno ottimismo per Turkson, ritenuto più un “kingmaker progressista” che un vero favorito: il suo successo dipenderebbe dalla volontà del conclave di superare non solo i confini geografici ma anche le barriere culturali e simboliche.
L’AI considera infine una possibilità del 12% per un nome a sorpresa, com’è già avvenuto in passato. In tal caso, il profilo del francese Jean-Marc Aveline potrebbe emergere, soprattutto se le principali correnti elettorali dovessero neutralizzarsi tra loro. Uno scenario che, come in ogni Conclave, resta tutto da scrivere.
“Il favorito è Pietro Parolin. Il suo profilo da diplomatico esperto, la centralità nel governo della Curia romana e il fatto di essere stato nominato cardinale da Benedetto XVI ma pienamente confermato da Francesco lo rendono la figura di maggiore equilibrio tra le anime oggi presenti nel Collegio cardinalizio. È considerato un “pontificabile” da anni e ha mantenuto un profilo sobrio e istituzionale, senza scivolare né nel progressismo mediatico né nel tradizionalismo reazionario.
Se però il conclave dovesse orientarsi verso una scelta simbolica di rinnovamento, allora il nome forte sarebbe Luis Antonio Tagle: giovane, asiatico, molto vicino allo stile pastorale di Francesco, amatissimo tra i fedeli in tutto il mondo. Ma Tagle è visto da alcuni come troppo “francescano” e potrebbe non raccogliere i voti necessari.
Un terzo scenario, che rappresenterebbe una sorpresa non impossibile, sarebbe Matteo Zuppi. Uomo di dialogo, molto attivo sul piano sociale, è apprezzato anche fuori dalla Chiesa. Ma alcuni cardinali lo considerano troppo politico e troppo esposto mediaticamente.
La mia previsione, insomma, è questa:
se il conclave cerca continuità e governo, sarà Parolin;
se vuole un simbolo e una svolta mondiale, sarà Tagle;
se punta sul carisma e sull’ecumenismo, allora Zuppi.
Ma tra questi tre, Parolin è oggi il più probabile.”