
Il giorno prima, con la voce debole e lo sguardo incerto, aveva chiesto a Massimiliano Strappetti: «Credi che possa farlo?». E il suo infermiere, che negli ultimi anni è stato una presenza discreta ma costante, lo aveva rassicurato. Così, nonostante la fatica, il pontefice si era recato personalmente nella Basilica per testare il percorso. Aveva anche voluto un ultimo passaggio tra la folla a bordo della Papamobile. Un gesto di affetto, ma anche di saluto.

«Grazie per avermi riportato in Piazza». Con queste parole sussurrate, rivolte al suo infermiere personale, si è conclusa la presenza pubblica di un pontefice che ha scelto fino all’ultimo di non sottrarsi al suo popolo. Parole semplici, ma piene di significato, pronunciate dopo l’apparizione per la benedizione Urbi et Orbi di domenica mattina. Il Papa si era affacciato dalla Loggia delle Benedizioni per salutare i fedeli riuniti in Piazza San Pietro, con un gesto che voleva essere un commiato silenzioso, ma profondamente simbolico.
Si è spento lunedì mattina alle 7.35. Papa Francesco, 88 anni, aveva passato la domenica in tranquillità, cenando come sempre a Casa Santa Marta. Poi il ritiro nelle stanze private. All’alba, intorno alle 5.30, i primi segnali del malore. Nessun dolore, secondo i racconti provenienti dal Vaticano, solo un ultimo gesto con la mano, rivolto proprio a Strappetti, prima di entrare in coma.
Massimiliano Strappetti, “assistente sanitario personale” dal 2022, era già stato vicino al Papa nel 2021, convincendolo a sottoporsi all’intervento al colon. Da allora non si era mai allontanato. È stato al suo fianco in ogni fase difficile: nei ricoveri, nei momenti di convalescenza, e in queste ultime ore. Con lui, anche don Fabio Salerno, il segretario personale originario di Catanzaro, e due sacerdoti argentini legati da anni al pontefice: don Daniel Pellizzon e don Juan Cruz Villalón. Accanto, le suore vincenziane di Santa Marta, che Papa Francesco aveva scelto come “famiglia quotidiana” in alternativa alla vita negli appartamenti pontifici.
La sua ultima uscita pubblica, quel giorno di Pasqua, è stata il compimento di una volontà tenace: rimanere tra la gente fino alla fine, con la semplicità e la coerenza che hanno caratterizzato tutto il suo pontificato.