
Un silenzio surreale, sospeso, ha attraversato il mondo quando hanno preso a diffondersi le prime immagini della salma di Papa Francesco. Un momento che segna la fine di un pontificato e l’inizio di un lungo commiato, carico di commozione e memoria. La figura del Pontefice, così familiare a milioni di fedeli, ora giace nella semplicità solenne di una bara di legno, avvolto nei paramenti liturgici e il volto sereno rivolto all’eternità.
Le foto ufficiali, diffuse dalla Sala Stampa vaticana, ritraggono Papa Francesco nella cappella di Santa Marta, dove ha vissuto fin dall’inizio del suo pontificato, accanto a collaboratori e personale medico. Il Pontefice indossa la mitra bianca, la casula rossa e tiene tra le mani il rosario. Accanto al feretro, raccolto in preghiera, il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. L’atmosfera è sobria in linea con lo stile che ha sempre contraddistinto Bergoglio.
Un dettaglio liturgico ha colpito molti osservatori: la presenza del pallio, il paramento simbolo dell’autorità del Papa come vescovo di Roma e segno di comunione con la Chiesa universale. Questo elemento, assente nella salma di Benedetto XVI nel 2022, sottolinea in modo eloquente la differenza tra un Pontefice regnante e uno emerito. Ratzinger, che aveva rinunciato al ministero petrino, fu esposto ai fedeli senza il pallio, in abiti liturgici rossi e mitra, nella cappellina del Monastero Mater Ecclesiae. Il pallio, striscia di lana bianca ornata di croci nere, è tradizionalmente riservato al Papa in carica e agli arcivescovi metropoliti. In questo caso, la sua presenza richiama il ruolo pieno e attivo che Francesco ha mantenuto fino agli ultimi giorni della sua vita, nonostante le gravi difficoltà fisiche. Un segno visibile della sua fedeltà al ministero fino all’ultimo respiro.

Le immagini svelano anche alcuni aspetti delle nuove regole per le esequie papali, volute proprio da Bergoglio. Tra le principali novità: la constatazione della morte non più nella camera privata ma nella cappella, la deposizione immediata nella bara e l’esposizione del corpo già all’interno del feretro, aperto, per la venerazione dei fedeli. È stata inoltre abolita la tradizionale sequenza delle tre bare — cipresso, piombo e rovere — in favore di una singola bara di legno, in coerenza con uno stile più umile e diretto.
Un altro dettaglio significativo riguarda l’impiego della tanatoprassi, una tecnica post-mortem che rallenta il processo di decomposizione e permette di mantenere un aspetto composto e naturale del defunto durante l’esposizione pubblica. È una pratica sempre più diffusa anche nelle esequie religiose di alto profilo, adottata per garantire decoro e rispetto durante il lungo omaggio dei fedeli previsto nella Basilica di San Pietro.
Nel suo testamento spirituale, Papa Francesco ha chiesto di essere ricordato come un pastore, non come un sovrano, e di essere accompagnato nella preghiera con umiltà. «Chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni viaggio apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarla per la docile e materna cura», la volontà del Santo Padre. «Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus», si legge ancora.
Il corpo del Pontefice sarà traslato nella Basilica Vaticana domani, mercoledì 23 aprile. Per tre giorni i fedeli potranno rendergli omaggio prima dei funerali, fissati per sabato 26 aprile alle ore 10. Un ultimo saluto a Papa Francesco, il gesuita venuto «quasi dalla fine del mondo», che ha scelto di andarsene con la stessa sobrietà con cui aveva bussato alla porta della Chiesa.