
Tutte le prime pagine dei quotidiani nazionali sono oggi dedicate alla scomparsa di Papa Francesco. Dai toni sobri a quelli più affettuosi, passando per titoli carichi di significato politico e spirituale, l’ultima immagine pubblica di Jorge Mario Bergoglio prende forma attraverso le edizioni straordinarie che ne accompagnano l’addio. “Era Francesco” è l’apertura scelta da La Stampa, un titolo secco, che sembra racchiudere insieme la fine di un’epoca e il tributo a una figura che ha marcato profondamente la storia recente della Chiesa cattolica. Sulla stessa linea si colloca Il Corriere della Sera, così come La Repubblica e Il Messaggero, che scelgono tutti lo stesso titolo: “Il Papa degli ultimi”, definizione che più di ogni altra ha sintetizzato la cifra pastorale del pontificato di Francesco, dedicato ai poveri, ai migranti, agli emarginati, ai dimenticati.
“Ciao Francesco” è invece il saluto scelto da Il Tempo, in una formula confidenziale, quasi popolare, che restituisce la vicinanza che molti fedeli hanno sentito nei confronti di un Papa percepito come vicino, umano, accessibile. Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, titola “Grazie Francesco”, accompagnando il saluto con un editoriale del direttore Marco Girardo, che scrive: “Ci ha lasciato con un sorriso dopo aver celebrato la Pasqua insieme a noi. Un sorriso dei tanti che abbiamo imparato presto a conoscere in milioni. Nella vita estamos en camino, diceva Jorge Mario Bergoglio. E diventiamo ciò verso cui andiamo: preparato da sempre, Francesco abita adesso l’eternità di Dio. Un Dio che tutti – ha continuato a ricordarci, lo ha fatto fin dal primo giorno –, tutti nessuno escluso attende”.
Sul fronte dei quotidiani d’opinione, Domani sceglie di definirlo “L’ultimo rivoluzionario”, un’espressione che sottolinea la portata rivoluzionaria del suo pontificato, spesso in rotta di collisione con gli apparati vaticani tradizionalisti. Il Fatto Quotidiano opta per un titolo evocativo: “Il lunedì dell’Angelo”, un gioco di parole che collega il giorno della scomparsa con il significato simbolico della Pasqua appena celebrata.
C’è anche chi si concentra sulla solitudine che ha segnato alcuni tratti del suo percorso. “Fratello Francesco” è l’apertura di Il Giorno e La Nazione, mentre Il Manifesto sceglie una variante più amara: “Fratello solo”. “Venuto ‘dalla fine del mondo’ papa Francesco ha dato voce agli ultimi e lottato contro le ingiustizie, molto spesso isolato anche dalla sua Chiesa. Lascia un mondo a pezzi e riforme incompiute. Insieme a una testimonianza di impegno, fino alla fine”, scrive il quotidiano.
Il Giornale definisce Francesco “Papa scomodo”, La Verità parla del “Papa che ha terremotato la Chiesa”, mentre Libero mette in evidenza le contraddizioni del pontificato con un titolo provocatorio: “Un Papa tra luci e ombre rosse”. MF, infine, lo definisce “la mano di Dio”, chiudendo la rassegna con un’immagine d’impatto mistico, quasi cinematografica.
Un commiato corale, quello della stampa italiana, che restituisce il segno lasciato da un Papa che ha scelto di parlare al mondo senza filtri, camminando spesso in salita, e lasciando dietro di sé l’eredità complessa e incancellabile di un pontificato fuori dagli schemi.