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Occhio ai contanti versati sul conto: come non attirare i sospetti del Fisco

Pubblicato: 22/04/2025 10:59

Con i crescenti controlli dell’Agenzia delle Entrate sui movimenti bancari, molti contribuenti si chiedono come giustificare i versamenti in contanti sul conto corrente per evitare accertamenti fiscali. Anche chi è in regola con le dichiarazioni può finire nel mirino del Fisco, che considera i contanti uno degli indicatori principali di possibile evasione fiscale. Vediamo quindi cosa sapere per non incorrere in sanzioni e quali documenti possono servire per dimostrare la liceità delle somme versate. L’Agenzia delle Entrate monitora costantemente i conti correnti dei contribuenti: prelievi, versamenti, bonifici, saldi e giacenze. Tra tutte le operazioni, il versamento di denaro contante è quella che più facilmente attira l’attenzione dell’Amministrazione Finanziaria. Questo perché il denaro contante è non tracciabile, e in assenza di una prova chiara della sua provenienza, il Fisco presume automaticamente che si tratti di reddito non dichiarato o di compensi da lavoro in nero. In caso di versamenti sospetti, il contribuente è chiamato a fornire una prova contraria. Come spiega Money.it, non è infatti il Fisco a dover dimostrare che quei soldi siano evasione: per legge, spetta al cittadino provare che si tratta di denaro di origine lecita. Un semplice versamento in contanti sul conto corrente, anche se frutto di risparmi, può insospettire il Fisco. Se non c’è una documentazione che ne attesti l’origine, l’Agenzia può considerarlo reddito imponibile non dichiarato, con il rischio di: avvio di accertamento fiscale; sanzioni e richiesta di imposte evase; contenziosi tributari.
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Versamenti in contanti leciti: quando non si rischia

Ci sono però alcune tipologie di denaro che, pur non risultando in dichiarazione dei redditi, non sono soggette a tassazione, tra cui:
– Donazioni da genitori a figli (fino a 1 milione di euro)
– Donazioni tra fratelli e sorelle (fino a 100.000 euro)
– Piccole donazioni di modico valore
– Prestiti tra privati
– Vincite al gioco o alle scommesse (già tassate alla fonte)
– Risarcimenti per danno morale o biologico
– Vendita di beni usati senza plusvalenza
In tutti questi casi, anche se l’importo è ricevuto in contanti, è fondamentale avere una prova documentale della provenienza della somma.

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Come giustificare un versamento in contanti sul conto

Per difendersi da una presunzione di evasione fiscale, ecco come comportarsi:
1) Conservare documenti con data certa. È la prova più sicura. Ad esempio:
– Ricevute di vincite (gioco, lotterie)
– Scritture private firmate per donazioni o prestiti
– Contratti di vendita di beni personali
– Documenti di risarcimento danni
2) Autenticare le scritture
Nel caso di donazioni o prestiti, è consigliabile far autenticare la firma da un notaio, per dare valore legale alla ricevuta.
3) Richiedere dichiarazioni scritte
Dal 2023, è ammessa anche la dichiarazione scritta del soggetto che ha erogato i contanti, da esibire in giudizio se richiesto.

controlli del Fisco

Cosa evitare per non attirare l’attenzione del Fisco

Per evitare controlli fiscali sui versamenti in contanti, è preferibile:
– Evitare versamenti frequenti o di importi elevati senza giustificativi;
– Utilizzare strumenti tracciabili (bonifici, carte);
– Non confondere il conto personale con quello dell’attività lavorativa.

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Ultimo Aggiornamento: 22/04/2025 11:00

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