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Drone contro autobus, esplosione improvvisa: è strage, l’attacco che mina la pace

Pubblicato: 23/04/2025 12:49

I colloqui di pace sull’Ucraina previsti oggi a Londra sono stati ufficialmente rinviati. Lo ha comunicato il Ministero degli Esteri britannico, precisando che l’incontro tra i ministri degli Esteri è posticipato, mentre proseguiranno le discussioni a un livello inferiore. Un colpo di scena che alimenta le incertezze su un processo negoziale già minato da profonde divergenze tra le parti coinvolte.

A pesare sulla decisione, oltre alle tensioni politiche, è stato anche il clima di crescenti provocazioni sul campo. Il primo a dare forfait è stato il Segretario di Stato americano Marco Rubio, seguito da altri rappresentanti chiave, come l’inviato speciale Steve Witkoff e i ministri degli Esteri di Francia e Germania. Il rifiuto ucraino di riconoscere la Crimea come territorio russo ha bloccato ogni apertura statunitense su un accordo che prevedeva concessioni a Mosca. Intanto, il ministro degli Esteri ucraino dovrebbe comunque incontrare il suo omologo britannico, David Lammy, in un colloquio bilaterale.

Nel frattempo, un attacco ha ulteriormente aggravato la situazione sul fronte. Un drone kamikaze russo ha colpito un autobus civile nella regione di Dnipropetrovsk, causando 9 morti e almeno 30 feriti. Lo ha riferito su Telegram Serhiy Lysak, capo dell’Amministrazione militare regionale. L’attacco si è verificato a Marhanets, un’area già colpita in passato da bombardamenti. L’autobus trasportava dipendenti di un’azienda locale, sorpresi in pieno giorno dal velivolo esplosivo. Le immagini diffuse mostrano lamiere contorte e soccorritori al lavoro tra le urla e il panico.

La notizia del bombardamento ha scatenato forti reazioni sui social, con migliaia di utenti ucraini e internazionali che hanno espresso shock e indignazione. Molti denunciano l’ennesimo attacco a civili e parlano di “crimine di guerra”. Sui canali Telegram ucraini si moltiplicano i video girati da testimoni oculari, mentre le famiglie delle vittime si radunano nei pressi degli ospedali, in cerca di notizie. Scene di fuga e disperazione sono state segnalate anche in altre città dell’oblast, per il timore di nuovi raid.

L’episodio ha rafforzato la posizione di Kiev, sempre più decisa a rifiutare qualunque compromesso che implichi la legittimazione dell’occupazione russa. Il presidente Zelensky ha ribadito che l’Ucraina “non riconoscerà mai l’annessione della Crimea” e che “qualsiasi trattativa dovrà partire dal rispetto della sovranità ucraina”. Un messaggio che contrasta apertamente con il piano ipotizzato dagli Stati Uniti, che prevede il riconoscimento della Crimea come parte della Russia in cambio del cessate il fuoco.

Secondo indiscrezioni riportate dal Guardian, Mosca sarebbe disposta a rinunciare alle rivendicazioni su territori non occupati, ma chiede in cambio concessioni strategiche da parte occidentale, tra cui proprio il riconoscimento della Crimea. Zelensky ha fatto sapere di non aver ricevuto proposte formali in tal senso e ha definito “inaccettabile” ogni soluzione che implichi la perdita di territori. La frattura tra le posizioni resta dunque profonda.

Mentre i colloqui di pace faticano a decollare, sul campo si continua a morire. L’attacco all’autobus a Marhanets è solo l’ultimo esempio della brutalità del conflitto, che si consuma ogni giorno lontano dalle telecamere, ma sempre più vicino alla disperazione della popolazione civile. E in un contesto così fragile, ogni gesto violento rischia di allontanare ancora di più l’obiettivo della pace.

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