
L’origine del termine Papa si perde tra le pieghe del tempo e delle lingue. Forse greco, forse latino, magari siriaco: ciò che conta è che deriva da un linguaggio intimo, quasi domestico, quel latino basso che si parlava in famiglia, tra cucina e cortile. “Papàs”, “papa”, “baba”: suoni simili, significati affini. Il titolo nasce nelle strade affollate e poliglotte di una Roma imperiale dove il greco conviveva con il latino, mentre le minoranze orientali contribuivano a un vocabolario in continua trasformazione.
I primi cristiani adottarono questa parola familiare per rivolgersi al proprio pastore, un modo semplice ma carico di significato per distinguere la propria guida spirituale dal potere imperiale. “Il Padre nostro è nei cieli”, sembravano dire, “ma sulla terra abbiamo il nostro papà”. Il primo a usare ufficialmente il titolo fu Siricio nel 384 d.C., pochi anni dopo che l’Editto di Tessalonica rese il cristianesimo religione ufficiale dell’Impero.

Ma la portata simbolica di Papa andò ben oltre. Il successore di Siricio, Damaso, si appropriò del titolo di Pontifex, un tempo riservato alla massima autorità religiosa pagana. Con questo gesto onomastico, la Chiesa si prese anche il nome dell’Impero che stava spodestando. Cesare e Augusto furono Pontefici Massimi, ma fu un Vescovo a raccoglierne l’eredità.
Il titolo si diffuse anche oltre i confini romani: oggi, è usato da patriarchi di Alessandria, sia ortodossi che copti. Un’unica parola per realtà teologiche profondamente diverse, segno di un’antica unità e delle lacerazioni che ne seguirono. A Roma, la dottrina del Primato Petrino stabilisce la supremazia del Vescovo della città eterna su tutti gli altri.
Curiosamente, oggi il Vescovo di Roma non è più nemmeno il Patriarca di Roma, titolo abolito da Benedetto XVI. Eppure continua a essere il punto di riferimento materiale e spirituale per la città, come racconta Girolamo Arnaldi nella sua opera sulle origini dello Stato della Chiesa. Quando i bizantini abbandonarono i romani e i longobardi minacciavano le mura, fu il “Piccolo Padre” a offrire pane e protezione.
Da Sutri a Porta Pia, passarono oltre mille anni. La Roma dei papi durò quanto quella degli imperatori. Oggi, nel XXI secolo, ci si appresta ad accogliere il quarto Papa. Non sempre italiano, spesso straniero, ma comunque destinato a diventare romano, tra le strade di una città che cambia, magari passando in 500L tra piazza Venezia e un negozio di dischi. Dove il Papa non cambia Roma: è Roma che cambia con lui.