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Il nuovo potere di veto sul Conclave: social media e calunnie, il pressing social sui Cardinali

Pubblicato: 24/04/2025 10:48

Il Conclave per eleggere il nuovo Papa è uno dei momenti più seguiti e importanti della cristianità, ma anche il mondo laico aspetta con ansia di conoscere il nome del nuovo Pontefice. La ritualità e la segretezza di ciò che avviene in quelle stanze, insieme a un’ovvia curiosità per le dinamiche dell’elezione, ha fatto nascere nel tempo molti falsi miti e molte leggende. E il potere che un tempo esercitavano potenti e imperatori nella scelta dei Pontefici, oggi ha un nuovo volto: le fake news incontrollate sulla rete.

Dallo “ius exclusivae” al potere della Rete

Nel 1903 fu l’imperatore Francesco Giuseppe a scombinare i giochi del Conclave con il suo veto contro il cardinale Rampolla, reo d’essere troppo filo-francese. Quel potere che era stato di alcuni sovrani, e che er chiamato ius exclusivae, fu seppellito da Pio X pochi mesi dopo, con una condanna senza appello a ogni ingerenza esterna. Eppure oggi, più di un secolo dopo, il diritto di veto non è affatto scomparso: si è solo trasformato.

Non servono più imperatori né ambasciatori. Basta un blog anonimo, una voce gonfiata ad arte, un account social con il gusto del fango. Le nuove potenze che provano a indirizzare l’elezione di un Papa non parlano latino né si muovono tra i velluti vaticani: digitano, taggano, diffondono. E spesso restano invisibili.

La calunnia corre veloce, il conclave arranca

Il caso di Jorge Mario Bergoglio nel 2013 fu un assaggio del nuovo metodo: si disse che avesse un solo polmone. Falso, ma la diceria bastò a seminare dubbi tra i cardinali. Oggi, strumenti più affilati possono diffondere false informazioni su salute, coperture di abusi, connivenze di qualche tipo con tiranni o altro. E il tempo che precede il Conclave – quei 15-20 giorni dopo la morte di un Pontefice – è più che sufficiente per avvelenare il clima.

A questo si somma l’opposizione tradizionalista, organizzata e ben finanziata, soprattutto negli Stati Uniti. Nel 2019 il giornalista Nicolas Senèze denunciò le strategie della destra cattolica americana per influenzare il prossimo Conclave. Il progetto “Red Hat Report” voleva stilare un dossier per ogni cardinale elettore, con un budget da un milione di dollari. Il fine? Manipolare l’opinione pubblica ecclesiale e modificare persino i profili Wikipedia dei papabili.

La Chiesa contro l’algoritmo

Di fronte a questa mutazione, anche il Vaticano prova oggi a reagire. Potenziati i portali Vaticannews.va e Vatican.va, si cerca di contrastare l’assalto informatico con trasparenza e biografie ufficiali. Ma è una corsa contro il tempo. I cardinali saranno pure isolati durante il Conclave, tra Sistina e Santa Marta, ma prima di allora vivono nel mondo. Connessi, esposti, vulnerabili.

Lo storico Alberto Melloni, in un recente saggio, proponeva di anticipare la clausura alle discussioni tra cardinali, per proteggerle dagli attacchi. Ma per ora resta una proposta. E il vero Conclave, quello dove si decide chi non deve diventare Papa, si gioca ormai fuori dalla Cappella Sistina. Sulla tastiera di chi diffonde sospetti.

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Ultimo Aggiornamento: 24/04/2025 10:49

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