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“Il piccolo Leo ha un tumore”. Papa Francesco, il gesto commovente: “Ci sono venuti i brividi”

Pubblicato: 24/04/2025 10:06

Fammi sapere quelle info, sono tre giorni che me le chiede“. Un messaggio come tanti, arrivato su un telefono l’8 maggio 2022 alle 16:41, ma che per chi lo ha ricevuto resterà indimenticabile. Dietro quelle parole, c’era un legame unico, silenzioso ma profondissimo con l’uomo “venuto quasi dalla fine del mondo”: Papa Francesco.

Il messaggio non parlava di politica o religione, ma di Leonardo, un bambino veneto di nove anni, colpito da un tumore al cervello. Un piccolo sconosciuto per il Papa, che tuttavia trovò spazio nel suo cuore, già appesantito da mille croci. Nessun incontro, nessuna telefonata. Eppure, tra Leonardo e Bergoglio si creò un filo invisibile ma tenacissimo.

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Tutto ebbe inizio il 4 maggio, quando la storia di Leo arrivò nelle stanze di Santa Marta tramite una catena di conoscenze. Il giorno dopo, una foto del bambino sorridente, con la maglietta della Juve e i capelli lunghi, arriva al Papa. “Sembrava uno di quei bimbi consapevoli della loro condizione, ma pieni di luce”, si racconta. Quello scatto colpisce dritto al cuore di Francesco, che risponde non con un messaggio prestampato, ma con una lettera scritta a mano, semplice e piena d’amore.

“Ha capito l’urgenza della situazione”, dice una voce nel vocale che accompagna il PDF inviato poi alla famiglia. I genitori di Leo sono commossi: “La preghiera del Santo Padre è la benedizione più grande per nostro figlio”.

E non finisce lì. Nei giorni successivi, Papa Francesco continua a informarsi, vuole sapere come sta quel bambino che ormai chiama per nome. L’8 maggio arriva un altro sollecito: “Sono tre giorni che me le chiede”. In mezzo a guerre, crisi e tragedie globali, il Pontefice non si dimentica di Leonardo.

Il 14 maggio, Leo riceve la sua Prima Comunione. È un giorno speciale, forse il più importante della sua vita. Il 27 maggio, vola in cielo. Nessuno sa come abbia reagito Papa Francesco, ma chi lo conosce è certo che abbia alzato lo sguardo con una preghiera e un sorriso.

Lasciamo spazio all’immaginazione: forse, tre anni dopo, si sono incontrati davvero. E avranno parlato di quella foto, di quella lettera, di un gesto semplice, ma eterno.

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