
Un riconoscimento che arriva al culmine di una carriera straordinaria: il Premio alla Carriera verrà consegnato durante la 70ª edizione dei Premi David di Donatello, una delle più alte onorificenze del cinema italiano. Il destinatario è un autore che ha attraversato sei decenni di storia del cinema, trasformando ogni genere in un linguaggio personale e poetico.
«Arrivo sempre un po’ in ritardo su tutto nella mia vita», ha detto con ironia e lucidità, commentando la notizia. «Non ho mai preso un Leone d’Oro o un Oscar, ma magari c’è ancora tempo». Parole pronunciate con la leggerezza di chi sa che l’arte non si misura con le medaglie, ma con l’impronta lasciata nel cuore del pubblico.

A ricevere il premio sarà Pupi Avati, 86 anni, regista, sceneggiatore, scrittore e produttore tra i più amati del panorama italiano. Il riconoscimento gli sarà consegnato mercoledì 7 maggio, in diretta su Rai 1, nel corso della cerimonia condotta da Elena Sofia Ricci e Mika. «Il film a cui sono più affezionato? Il prossimo. Ma non vi dirò quale», ha scherzato ancora, confermando lo sguardo sempre proiettato in avanti.
L’Accademia del Cinema Italiano, attraverso le parole della presidente Piera Detassis, ha celebrato il maestro come «creatore del gotico padano», capace di raccontare l’anima della provincia italiana, tra sogni, inquietudini e malinconie. Dai cult come La casa dalle finestre che ridono ai recenti Il signor Diavolo e L’orto americano, il suo cinema ha tracciato un percorso unico nel nostro immaginario collettivo.

Anche il mondo istituzionale ha voluto rendere omaggio. Il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni ha definito Avati «un maestro unico e grande visionario», sottolineando il suo contributo alla crescita dell’identità culturale italiana e alla visibilità del nostro cinema nel mondo. «I suoi film hanno cambiato i linguaggi dei generi e affrontato temi profondi con una sensibilità rara», ha dichiarato.
Con oltre 50 film all’attivo, Avati ha attraversato l’horror, il noir, la commedia, il grottesco, il biopic e il film storico, sempre con uno stile riconoscibile. Dal debutto nel 1968 con Balsamus, l’uomo di Satana, fino a titoli iconici come Una gita scolastica, Regalo di Natale o Dante, ogni opera è stata un tassello di una carriera che ha saputo unire poesia e memoria, famiglia e amicizia, realismo e incanto.