
GENOVA – “È sempre tempo di Resistenza”. Con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha celebrato oggi a Genova l’80° anniversario della Liberazione, richiamando il messaggio di Papa Francesco contenuto nell’enciclica Fratelli tutti. Il Pontefice – ha ricordato Mattarella – ci ha esortato a superare “conflitti anacronistici”, sottolineando che “ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte”. Da qui, l’attualità dei valori della Resistenza e la necessità di non considerarla un evento consegnato al passato: “Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi”, ha ammonito il Capo dello Stato.
Appello al voto e alla partecipazione
Nel suo discorso, Mattarella ha lanciato anche un monito contro l’astensionismo, difendendo con forza l’esercizio democratico come “ciò che sostanzia la nostra libertà”. “Non possiamo arrenderci – ha detto – all’assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica, a una democrazia a bassa intensità”, invitando a onorare i sacrifici del passato con una partecipazione attiva al presente.
Ventotene e l’idea di Europa
Il presidente ha poi rievocato il legame profondo tra la Resistenza e la nascita dell’idea di Europa unita, ricordando il ruolo degli antifascisti come Luciano Bolis, medaglia d’argento al valor militare, che oggi riposa a Ventotene accanto ad Altiero Spinelli. “Furono esponenti della Resistenza a concepire l’Europa dei popoli – ha detto – contro i nazionalismi che avevano insanguinato il continente”. L’Unione europea è così diventata “patto comune” e garanzia di “uguaglianza, diritto, cooperazione e libertà”.
Tra culto della morte e desiderio di pace
Mattarella ha poi contrapposto il senso profondo della Resistenza al fanatismo delle bande repubblichine, che esaltavano “il culto della morte”. La Resistenza, al contrario, ha rappresentato “l’aspirazione alla pace dopo le guerre del fascismo”, una battaglia per riportare la vita al centro della storia nazionale. “Non la guerra per la vita – ha detto – ma la vita per la guerra: questo aveva reso il regime”.
Gastaldi, simbolo di fraternità e responsabilità
Infine, un omaggio alla figura di Aldo Gastaldi, detto “Bisagno”, comandante partigiano ligure che ha incarnato “la fraternità come servizio d’amore e responsabilità verso la Patria”. È a lui che Mattarella ha dedicato l’ultima parte del discorso, sottolineando come la Resistenza non sia stata solo lotta armata ma anche etica della cura e del dovere civile.
Tensione tra cortei a Roma
Ma mentre a Genova si celebrava la memoria condivisa, a Roma non sono mancati i momenti di tensione. Durante il corteo del 25 aprile, un acceso diverbio è scoppiato tra alcuni studenti di Cambiare Rotta e militanti dell’Anpi, con reciproche accuse di essere “guerrafondai”. Gli studenti, insieme a Potere al Popolo, hanno bruciato una bandiera della NATO e scandito slogan contro il Partito Democratico, da cui hanno preso le distanze. L’episodio si è verificato su via Ostiense, dopo la separazione dei due cortei, partiti insieme da largo Bompiani.