
Il silenzio prima del tremore. C’è un momento, sempre, che precede ogni scossa. È il momento in cui il rumore del mondo sembra sospendersi, quando anche i passi si fanno più leggeri e lo sguardo corre alle crepe sui muri, ai vetri che potrebbero tintinnare. Si vive così, da settimane: in bilico tra l’abitudine e l’allerta, con la memoria che non smette mai di sussurrare che potrebbe accadere di nuovo. La paura, silenziosa, si insinua nei gesti quotidiani. Alcuni chiudono a chiave con più forza, altri lasciano le chiavi nella toppa, pronti a uscire. Si dorme vestiti. Si parla poco. E si aspetta.
Le giornate passano, ma niente passa davvero. Anche quando non si sente nulla, anche quando non trema nulla, c’è sempre qualcosa che preme sotto i piedi. È come vivere su un respiro trattenuto, in una normalità apparente che si rompe appena qualcuno nomina quella parola: sciame. È il lessico della precarietà, quello che si impara per istinto: epicentro, magnitudo, faglia. Ogni messaggio che arriva ha un suono già sentito, ma mai meno inquietante. E ogni notte, quando cala il buio, il pensiero ritorna. Perché il suolo non dimentica.

Poi arriva, ancora. Il terreno vibra, breve ma netto. Le persone si fermano, si guardano, si chiedono: è finita? Non si abitua mai davvero, chi ci vive. La nuova scossa di magnitudo 2.7, registrata questa mattina alle 8.29, è stata chiaramente avvertita in diverse zone dell’area flegrea, con particolare intensità tra Pozzuoli e Bacoli. In prima linea, ancora una volta, via Campana, arteria già provata dai giorni precedenti. Ma il tremore si è sentito anche a Monterusciello, Licola, Arco Felice, Pianura. Secondo quanto confermato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, lo sciame sismico è ancora in corso. E mentre il Comune di Pozzuoli monitora, la popolazione resta con il fiato sospeso. Perché la paura, ormai, non è più per la scossa in sé. È per la prossima.
I giorni si assomigliano, la tensione cresce. Negli ultimi mesi la terra ha tremato decine di volte, spesso con magnitudo superiore a 3.0, in alcuni casi anche avvertite distintamente a Napoli. I cittadini chiedono risposte, ma soprattutto sicurezza. Le scuole sono state evacuate più volte per precauzione, e il livello di attenzione resta massimo. Il bradisismo, fenomeno tipico di quest’area vulcanica, continua il suo lento ma costante sollevamento del suolo. E con esso cresce il timore: che ciò che sta accadendo non sia più solo un ciclo naturale, ma l’inizio di qualcosa di più grande.