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Veglia Papa Francesco, San Pietro riapre all’alba: in fila per Lui con il cuore in mano

Pubblicato: 25/04/2025 09:26

Anche durante la notte, una folla composta e commossa ha continuato ad affluire verso la Basilica di San Pietro, per un ultimo saluto al Pontefice. L’accesso, straordinariamente prolungato, ha permesso a migliaia di fedeli di rendere omaggio, in silenzio, al feretro del Papa.

La Basilica è rimasta aperta fino alle 2:30 di notte, per poi riaprire le porte alle 5:40 di questa mattina. In un comunicato diffuso alla stampa, si legge che “dalla mattina di mercoledì 23 aprile alle 11:00 fino alle 8:00 di oggi si sono recate in Basilica oltre 128.000 persone per salutare Papa Francesco”. Un flusso incessante, che proseguirà anche oggi, fino alle ore 19, quando il feretro verrà chiuso in preparazione alla cerimonia funebre, prevista per domani mattina.

Parallelamente, la città di Roma si sta preparando ad affrontare una delle giornate più delicate dell’anno sul piano della sicurezza. La presenza di leader da ogni parte del mondo ha richiesto l’attivazione di un dispositivo imponente. Si parla di 182 delegazioni ufficiali, tra cui 50 Capi di Stato e 10 Sovrani regnanti, attesi in Vaticano per l’estremo saluto al Santo Padre.

Tra i nomi più attesi, quello del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che dovrebbe arrivare in città già nella serata di oggi. Il leader americano pernotterà, secondo quanto riferito, nella residenza diplomatica di Villa Taverna. La sua presenza, insieme a quella di altre figure istituzionali di rilievo, ha comportato una serie di limitazioni straordinarie alla circolazione e alla possibilità di manifestare in alcune aree della Capitale.

Un’ordinanza comunale dispone infatti il divieto di manifestazioni pubbliche all’interno della cosiddetta “Green Zone”, dalle 00:01 del 25 aprile alle 23:59 del giorno successivo. Vietato anche il trasporto di merci pericolose – comprese armi, esplosivi e combustibili – nelle aree sensibili per tutta la durata delle commemorazioni.

Inoltre, sarà istituito un “cono di sicurezza” che coprirà le zone toccate dal trasferimento della salma, garantendo un controllo capillare del territorio.

Solo domani, con l’inizio della cerimonia, si saprà se l’equilibrio tra dolore collettivo e macchina organizzativa sarà riuscito a reggere il peso di un evento di tale portata.
Il Papa di cui si parla è Francesco, e la città coinvolta è Roma.

Il popolo di Francesco

Chi era davvero Francesco per tutta questa gente? Non un dogma, ma una presenza viva. Un pontefice che non ha mai smesso di ricordare di essere uomo. Che si è inginocchiato davanti ai poveri, ha lavato i piedi ai carcerati, ha chiesto scusa per gli orrori della Chiesa. Un papa che ha scelto di non vivere nei palazzi, ma in una stanza spoglia. Che ha voluto parlare il linguaggio della gente, e non quello del potere.

E forse è proprio per questo che, in questa veglia ininterrotta, così tanti vogliono passare a dirgli grazie. Non perché fosse perfetto. Ma perché ha avuto il coraggio di essere imperfetto davanti a tutti, di mostrarsi fragile, malato, stanco. Eppure presente.

L’ultima omelia laica

Il funerale ufficiale sarà domani, sabato 26 aprile. Ma l’omelia più vera è già in corso. Non la pronuncerà nessun cardinale. È scritta nei corpi in piedi da ore, nei piedi gonfi, nei bambini che dormono sulle spalle dei padri, nei rosari tra le dita, nei volti segnati dalla notte. È un’omelia senza voce, fatta di carne e respiro, di tempo donato e tempo condiviso.

E in quel tempo — che è l’unico vero dono che abbiamo — Francesco continua a vivere. Non nel marmo, non nella liturgia. Ma in questa fila che non si interrompe. In questo gesto che sfida il consumo e l’urgenza, e che chiede solo una cosa: stare. Fino alla fine. Fino al silenzio. Fino al cuore

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