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Funerali di Papa Francesco, Trump e William nel mirino: hanno violato le regole

Pubblicato: 26/04/2025 12:48

Quando si dice che ogni dettaglio conta, i funerali di Papa Francesco, celebrati in una Roma immobile e silenziosa, sono stati un evento di massima attenzione. Tra le centinaia di capi di stato, dignitari e fedeli che si sono radunati in Piazza San Pietro, non sono mancate alcune rotture al protocollo, con un’inconveniente sfida alla severa etichetta vaticana. In un evento solenne come questo, dove ogni mossa è scrutata e ogni gesto pesa, c’è chi ha deciso di interpretare l’occasione con un pizzico di personalità in più.

Il primo a far parlare di sé è stato Donald Trump. Il tycoon, famoso per la sua disinvoltura in ogni contesto, ha deciso di non aderire alla consueta etichetta che impone il colore nero per le cerimonie funebri. Indossando un completo blu, ha infranto la tradizione senza nemmeno sembrare accorgersene. Un gesto casuale, una scelta voluta, o semplicemente la persona che si fa sempre riconoscere per la sua trasgressione alle regole? Trump non ha mai dato troppa importanza ai dettagli estetici, ma questa scelta non è passata inosservata tra i presenti, alcuni dei quali hanno sussurrato che, forse, era proprio il tipo di “differenza” che ci si aspetta dal personaggio in questione.

Ma non è stato solo Trump a suscitare curiosità: anche il Principe William ha attirato l’attenzione per la sua scelta di stile. Anche lui ha optato per il blu, niente nero. Il figlio di Carlo e Diana, pur mantenendo il tono formale che si addice al suo rango, ha comunque lasciato trapelare pure una certa rilassatezza nei movimenti, una distanza dalle rigidità della monarchia. In un contesto che avrebbe dovuto essere di pura riflessione e rispetto, il suo comportamento, più vicino alla gente che ai protocolli reali, ha dato la sensazione che, a volte, anche i reali sentano il peso di un cerimoniale che li costringe a essere altro da sé.

Forse il contrasto più evidente è emerso durante un breve incontro tra Trump e Emmanuel Macron, che ha avuto luogo proprio nel cuore della cerimonia. I due, con le mani strette in un gesto che ha sorpreso molti, hanno offerto una visione di distensione e, al contempo, di discreta formalità. Niente di eccessivo, nulla che potesse sembrare una rottura, ma il semplice atto di un uomo che, per un momento, ha messo da parte le sue divergenze politiche e diplomatiche con un altro.

Questi piccoli dettagli — la scelta di vestire il blu invece del nero, l’incontro tra leader di diverse nazionalità — hanno reso il giorno dell’addio a Papa Francesco qualcosa di più di una semplice cerimonia. Hanno offerto uno spunto di riflessione sul fatto che, a volte, le regole non sono più di tanto necessarie quando si è in presenza di un lutto condiviso e universale. In quel silenzio che permeava la piazza, i “grandi” del mondo, pur cercando di rispettare il decorum richiesto, sono apparsi per un momento più umani, più vicini, come se le formalità fossero state messe in un angolo dalla portata dell’evento. Così, in una giornata che unisce nel ricordo di un pontefice straordinario, i leader mondiali, pur nella loro diversità, hanno scelto di abbattere quelle distanze imposte dalle convenzioni.

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