Vai al contenuto

Oggi l’addio a Francesco, il Papa che capiva i bambini (e parlava anche ai grandi)

Pubblicato: 26/04/2025 09:47

Si chinava, li prendeva in braccio, li lasciava salire sulla papamobile, senza filtri, senza paura. A volte sembrava quasi che fosse lui a cercarli con lo sguardo tra la folla, come se nel volto di ogni bambino vedesse riflesso il senso più profondo della sua missione. Nella stessa giornata di Pasqua, prima che ci lasciasse, Papa Francesco ha voluto essere presente a Piazza San Pietro, dove c’erano impazienti di vederlo tantissimi bambini. Tra le immagini più potenti l’abbraccio del Santo Padre con una bimba segnata dalla malattia.

Papa Francesco è stato molte cose, ma soprattutto è stato il Papa dei bambini. Non solo perché li amava, ma perché sapeva ascoltarli. E, soprattutto, credeva che avessero qualcosa da insegnare a noi adulti. Ogni volta che li incontrava, la scena era sempre la stessa: il protocollo andava in crisi, le guardie del corpo si irrigidivano, i cerimoniali saltavano. Ma lui no. Lui si fermava. Un bacio, una carezza, una domanda sussurrata con la tenerezza di un nonno. Nessuna finzione, nessun intento mediatico. Bergoglio ha sempre saputo che l’amore vero si comunica in silenzio, con gesti piccoli e al contempo rivoluzionari.

Come quel giorno in piazza San Pietro, quando un bambino salì sull’altare durante l’udienza generale e gli si avvicinò con naturalezza. Papa Francesco lo lasciò lì, al suo fianco, sorridendo. Non lo allontanò, non face nulla per fermarlo. Disse poi, rivolto alla folla: «Questo bimbo non ha chiesto il permesso. Ma è libero. I bambini ci insegnano così tanto: anche noi dobbiamo essere liberi davanti a Dio». Non era solo una questione di affetto, di tenerezza. Il pontefice di origini argentine ha preso posizione, ha alzato la voce, ha rotto silenzi pesanti come pietre. Ha chiesto giustizia per i bambini abusati, protezione per quelli che crescono tra le bombe, dignità per quelli che muoiono di fame.

Papa Francesco ha chiamato la Chiesa a una responsabilità radicale, istituendo il 22 marzo del 2014 la Commissione per la Tutela dei Minori e chiedendo «tolleranza zero» verso ogni forma di abuso. Ma non si è fermato lì, è andato oltre: ha denunciato le guerre che «uccidono l’infanzia», ha pianto per i bambini migranti «che affogano nei mari dell’indifferenza». In uno dei suoi discorsi più forti, Bergoglio disse: «Ogni bambino che nasce porta con sé il sorriso di Dio. E se non sappiamo accoglierli, allora abbiamo perso la nostra umanità». Era il 2016, era Natale, e il suo messaggio arrivò come un pugno nello stomaco: «Oggi ci sono troppi bambini che non ridono più. Bambini soldato, bambini sfruttati, bambini che non sanno cosa sia la pace».

Amava le loro domande, anche quelle scomode. Come quando, durante un incontro in una scuola romana, una bambina gli chiese: «Perché muoiono i bambini innocenti?». Papa Francesco rimase in silenzio. Poi rispose con disarmante spontaneità: «Non lo so. E a volte piango anch’io. Ma Dio piange con noi». Non era una risposta di circostanza, era umana. Ed era tremendamente vera. Quanti di noi di fronte alle immagini di guerre o calamità naturali si interrogano sul motivo per cui Dio permetta questi drammatici avvenimenti, in cui purtroppo spesso restano uccisi i più piccoli.

Nel suo testamento spirituale, non scritto ma vivido nei suoi gesti, c’è l’invito a guardare il mondo con gli occhi di un bambino. A fidarsi, a sorridere, a sperare. A commuoversi. A non diventare cinici, a non smettere di indignarsi di fronte al male del mondo. Oggi la Basilica di San Pietro si prepara a salutare il Santo Padre e in tanti penseranno ai grandi discorsi, ai viaggi entrati nella storia o alle riforme curiali. Ma nel cuore di molti resteranno senz’altro quei momenti silenziosi, struggenti, dolci in cui Papà Francesco si abbassava all’altezza dei più piccoli. Perché è lì, in quel gesto, forse, che si misura davvero la statura di un Papa. Bergoglio è stato il Pontefice dei bambini, converrete. E loro, oggi, lo piangono come si piange un nonno buono. Con le lacrime negli occhi e il cuore pieno di tenerezza e gratitudine.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure