Vai al contenuto

Papa Francesco, l’ultima fuga dai clericali del Vaticano: sberleffo finale

Pubblicato: 26/04/2025 07:54

Papa Francesco ha scelto di non essere sepolto in Vaticano, rifiutando la tradizione che voleva il Successore di Pietro riposare accanto ai monumenti dei suoi predecessori. Ha scelto un’altra strada, più povera e più alta. Ha voluto essere deposto ai piedi della Madonna Salus Populi Romani, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, quasi a indicare che la Chiesa non nasce dal potere, ma da un grembo; non dal marmo, ma dalla carne redenta.

In questa scelta c’è un eco profonda della grande ecclesiologia mariana che vede nella Vergine il modello primordiale della Chiesa: non maestà terrena, ma umiltà feconda; non comando, ma servizio; non conquista, ma accoglienza. Francesco ha voluto essere figlio sino alla fine, rifiutando ogni tentazione di trasformarsi in monumento.

La kenosi del Papa: svuotarsi per riempire

In quell’ultimo gesto, Francesco ha realizzato la sua personale kenosi: l’abbassamento volontario, il farsi vuoto per essere pieno di Dio. Come il Cristo che «spogliò sé stesso» (Fil 2,7), Francesco ha voluto che neppure il suo corpo fosse avvolto dal prestigio del mondo. Ha voluto sparire nella Madre, senza traccia di sé, senza altro segno che il nome Franciscus inciso nella pietra semplice.

Non ha voluto la gloria dei sepolcri imperiali, perché la gloria autentica della Chiesa non si misura nella magnificenza delle tombe, ma nella trasparenza della fede. Come Cristo che nasce in una grotta e muore su una croce nuda, Francesco ha scelto la piccolezza come via alla grandezza.

La preferenza per Maria: un atto ecclesiologico

Affidandosi a Maria, Francesco non ha compiuto solo un gesto di pietà personale. Ha compiuto un atto teologico, una dichiarazione sulla natura della Chiesa stessa. In un tempo in cui le strutture ecclesiastiche rischiano di sovrastare il mistero che dovrebbero servire, egli ha ricordato che la vera Chiesa è quella che, come Maria, non trattiene nulla per sé, ma tutto riconduce al Signore.

In Santa Maria Maggiore, Francesco ha scelto di essere custodito nel cuore materno della Chiesa, non nel suo braccio amministrativo. Ha voluto rimanere discepolo, mai padrone; figlio, mai sovrano. Ha detto, in silenzio, che il futuro della Chiesa non sta nella difesa delle sue forme esteriori, ma nella fedeltà alla sua origine mariana e pasquale.

Il vero sberleffo: vincere sottraendosi

Così, il suo sberleffo finale non è un atto di disprezzo, ma di amore radicale. Vincere sottraendosi, affermare non affermandosi, testimoniare non occupando uno spazio di memoria, ma lasciandosi consumare dall’amore stesso che fonda la Chiesa. Come il chicco di grano che muore per dare frutto.

Francesco non ha lasciato un’icona da venerare, ma un cammino da percorrere. Il cammino di chi, giunto alla fine, comprende che l’unica vera grandezza è scomparire nelle braccia della Madre, come il Figlio sulla croce ha affidato a lei l’umanità intera.

E così, mentre le corti terrene celebrano fasti e successioni, egli riposerà in quella povertà luminosa che è segno della vera vittoria cristiana: non regnare sopra, ma stare dentro; non dominare, ma servire; non essere onorato, ma essere amato.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure