
A Wuwei, nella provincia di Gansu, è entrato in funzione un innovativo reattore nucleare a sali fusi e torio, segnando un grande passo avanti verso una produzione energetica più sostenibile, sicura e priva di emissioni climalteranti.
Questo impianto sperimentale ha una potenza termica di 2 megawatt e adotta soluzioni tecnologiche che lo distinguono radicalmente dai reattori convenzionali.
Il cuore del sistema è il FLiBe, una miscela liquida di fluoruro di litio e fluoruro di berillio, in cui sono disciolti torio e uranio HALEU (a basso arricchimento ma ad alta concentrazione). Il reattore opera a pressione atmosferica, eliminando la necessità di contenitori ad alta pressione e migliorando significativamente la sicurezza e l’impatto ambientale.
Un altro elemento chiave è l’utilizzo di grafite nucleare, che rallenta i neutroni durante la reazione a catena, rendendo il processo più controllabile ed efficiente. Dopo aver raggiunto la fase critica nell’ottobre 2023, il reattore ha avviato la produzione completa nel giugno 2024 e, in un’ulteriore dimostrazione tecnologica, è stato rifornito senza spegnimento nell’ottobre 2024, una procedura estremamente rara a livello globale.

Una strategia di lungo termine: dalla ricerca al mercato
Il successo di questo reattore non è frutto del caso. La Cina studia il torio dagli anni ’70, ma è dal 2011 che, grazie all’impegno della Chinese Academy of Sciences e alla guida dello scienziato Xu Hongjie, ha avviato un programma di sviluppo concreto, rielaborando e migliorando studi statunitensi degli anni ’60.
Il futuro prossimo prevede ulteriori sviluppi: entro il 2029 sarà operativo un reattore più grande da 60 megawatt termici, capace di produrre 10 megawatt di elettricità e idrogeno. Dal 2030, la Cina punta alla commercializzazione di piccoli reattori modulari (SMR) da almeno 100 MW elettrici, destinati alle aree interne e ai Paesi partner della Belt and Road Initiative.
I vantaggi ambientali dei reattori al torio
L’interesse per il torio si spiega con diversi vantaggi strategici.
Questo elemento è più abbondante dell’uranio, garantendo una maggior disponibilità nel lungo termine. I reattori al torio generano meno scorie radioattive e, grazie alla tecnologia a sali fusi, risultano praticamente immuni al rischio di fusione del nocciolo.
Inoltre, i sottoprodotti di questi reattori sono inadatti alla costruzione di armi nucleari, un aspetto fondamentale per la sicurezza internazionale.
In sintesi, il progetto TMSR-LF1 rappresenta una svolta strategica e ambientale, offrendo un’alternativa più sicura e sostenibile rispetto alle tecnologie nucleari tradizionali.
Con l’avvio di questo impianto, la Cina lancia un messaggio forte: l’energia nucleare del futuro può essere più pulita, meno pericolosa e indipendente dall’uranio, aprendo scenari che potrebbero trasformare il panorama energetico globale.