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Monreale, la strage davanti alla star di Amici: “Sangue e spari ovunque, un incubo”

Pubblicato: 28/04/2025 18:25

«Non riesco a pensare ad altro, i colpi di pistola a raffica, il sangue, i miei amici che scappavano piangendo». Con queste parole l’ex ballerino di Amici, racconta sui social il dramma vissuto sabato sera, quando si è trovato testimone della sparatoria che ha sconvolto una comunità intera.

Attraverso una serie di storie pubblicate su Instagram, Segreto ha voluto ricordare le tre vittime dell’agguato: Salvatore Turdo, 23 anni, Andrea Miceli e Massimo Pirozzo, entrambi 26enni. «Ho finito le lacrime, sembra di vivere il peggiore degli incubi… che giustizia sia fatta», scrive il giovane, sopraffatto dall’angoscia.

Nella notte tra sabato e domenica, il clima di festa si è trasformato in una scena di panico e disperazione. Samuele Segreto ex ballerino di Amici descrive l’orrore a cui ha assistito: «Motori buttati a terra, ragazzi che cadevano in preda al panico, ragazze inermi che tremavano, e nel frattempo ‘pam pam’ e altri bossoli che bucavano corpi, oggetti, urla, tutto nel giro di dieci minuti». Scene da incubo in una comunità in cui «ci conosciamo tutti da sempre», racconta.

Il giovane artista esprime la sua rabbia verso chi ha causato questa tragedia: «Siete solo delle m****e, avete portato via tre ragazzi a famiglie, fidanzati, nipoti, ragazzi con sogni, non come voi che nella merda nascete e nella merda rimanete». Nessuna possibilità di perdono, almeno per ora.

«Con la stessa facilità con la quale avete premuto quel grilletto, vi auguro di passare giorni tremendi, di angoscia, di dolore, e lo stesso dolore lo auguro alle vostre famiglie e amici», aggiunge duramente Segreto, incapace di nascondere la rabbia per quanto accaduto.

In conclusione, un pensiero per Salvo, Andrea e Massimo: «Sarete nei nostri cuori per sempre». Poi un messaggio alle famiglie: «Il tempo curerà le ferite che non saranno mai rimarginate, perché un figlio che esce per divertirsi a 20 anni non può e non deve fare questa fine. Potevo essere io, poteva essere la mia fidanzata, mio fratello».

E infine, l’appello: «Non si scherza più: abbiamo bisogno di veri provvedimenti. I malandrini fateli a casa vostra. Feccia dell’umanità, dovete marcire in carcere». Monreale.

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