
L’abito non fa il monaco, ma forse le scarpe sì. E anche le scarpe di Papa Francesco, nei giorni successivi alla sua morte il 21 aprile, hanno raccontato molto della sua missione di nuova evangelizzazione e accoglienza degli ultimi. Le immagini che hanno fatto il giro del mondo mostrano il Papa nella bara di legno semplice, con ai piedi un paio di scarpe nere consumate, quelle che indossava quotidianamente. Nessun lusso, nessuna ostentazione: solo delle scarpe ortopediche vissute.
Una scelta che segna una differenza rispetto ai predecessori. Durante il suo pontificato, Papa Ratzinger portava scarpe rosse, anche se da Papa emerito preferì dei comodi sandali e infine dei mocassini neri nella sepoltura. Ancora prima, nel sarcofago di cristallo di Papa Giovanni XXIII a San Pietro, si vedono le tradizionali pantofole papali rosse.
Il richiamo alle scarpe rotte di Don Orione
La decisione di Papa Francesco di essere sepolto con le sue scarpe consumate dall’uso richiama alla memoria le scarpe rotte di Don Orione, proclamato santo da Papa Giovanni Paolo II nel 2004. Don Orione fondò la Piccola Opera della Divina Provvidenza, dedicata all’assistenza dei poveri, dei malati e dei giovani. Anche alla sua morte, nel 1940, fu scelto per lui un paio di scarpe vecchie: nella teca che conserva il suo corpo a Tortona si possono ancora vedere le suole consumate, con un buco ben visibile.
Don Flavio, ex superiore generale dell’Opera Don Orione, ha ricordato sui social questo particolare, raccontando anche un piccolo miracolo: durante il rivestimento del corpo di Don Orione, ogni volta che gli venivano messe scarpe nuove, al mattino successivo si trovavano sfilate. Alla fine, gli furono messe delle scarpe usate, che calzarono perfettamente.
Un simbolo più forte di un’enciclica
“Quelle scarpe valgono più di un’enciclica sulla povertà del cristiano e della Chiesa”, ha scritto Don Flavio. Un pensiero che ribadisce come sia stato testimoniato dai confratelli che Don Orione, in vita, non indossava mai scarpe nuove: se gliele regalavano, preferiva scambiarle o regalarle a chi ne aveva bisogno. In un senso più laico, si potrebbe dire alla maniera inglese: “to put yourself in someone’s shoes”. A volte, per mettersi davvero nei panni degli altri, basta indossare le loro scarpe.