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Alessandro Coatti, tracce di sangue nel suo appartamento: “Una donna esca l’ha drogato”

Pubblicato: 29/04/2025 08:19
Alessandro Coatti sangue appartamento

Ci sono nuovi sviluppi nel drammatico caso di Alessandro Coatti, il biologo italiano di 38 anni ritrovato smembrato tra diverse città colombiane pochi giorni dopo la sua scomparsa, avvenuta il 5 aprile scorso a Santa Marta.
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Secondo quanto riportato dal quotidiano colombiano El Tiempo, le autorità hanno rinvenuto tracce di sangue nell’appartamento in cui Coatti alloggiava nella cittadina costiera. La scoperta, confermata dal generale Carlos Fernando Triana Beltran della polizia nazionale colombiana, suggerisce che il delitto sia avvenuto proprio tra quelle mura, gettando nuova luce sull’intera vicenda.

La permanenza di Alessandro Coatti in Colombia e il sospetto incontro trappola

Alessandro Coatti, originario di Portomaggiore in provincia di Ferrara, si era trasferito in Colombia solo due giorni prima della sua scomparsa. Laureato in biologia e con una lunga esperienza professionale presso la Royal Society of Biology nel Regno Unito, il suo arrivo a Santa Marta sembrava legato a un periodo di vacanza o di studio.

Secondo gli inquirenti, il piano prevedeva un incontro con una donna – in realtà un’esca – al quale avrebbe fatto seguito la somministrazione forzata di sostanze stupefacenti. Una pratica tristemente diffusa in alcune aree del paese, in particolare proprio nella zona di Santa Marta. «Qualcosa è andato storto e la situazione è degenerata», riportano fonti investigative.

Un omicidio brutale e pianificato

Il corpo di Coatti è stato ritrovato smembrato, chiuso in sacchi e gettato in cassonetti sparsi in diverse città colombiane. Una modalità che conferma un’esecuzione brutale e pianificata.

A parlare è il generale Carlos Fernando Triana Beltran, comandante della Polizia nazionale, che ha dichiarato: «L’omicidio è avvenuto nella casa dove Coatti soggiornava. Le analisi sul sangue rinvenuto sul posto sono compatibili. È un punto cruciale dell’inchiesta».

La gang e il meccanismo criminale dietro la morte di Coatti

Secondo quanto ricostruito dal giornale colombiano El Tiempo, Coatti sarebbe caduto nella trappola di una gang organizzata, specializzata nell’adescare turisti stranieri attraverso l’uso di app di incontri.

Il meccanismo individuato dagli inquirenti è sempre lo stesso: una donna-esca organizza un incontro programmato, durante il quale viene somministrata droga alla vittima. Segue poi la rapina. Ma, in questo caso, qualcosa è andato terribilmente storto e la truffa si è trasformata in omicidio.

Le autorità parlano chiaramente di un gruppo criminale che agisce in modo sistematico, servendosi di scopolamina o di altre sostanze per neutralizzare le vittime, lasciandole prive di volontà o addirittura senza memoria. Una modalità tanto silenziosa quanto pericolosa. Alessandro Coatti, però, non è sopravvissuto.

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