
Torna a far discutere una nuova uscita del numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, che ha lanciato un duro attacco verbale al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo l’ex presidente russo, il leader di Kiev “finirà nel modo più triste”, evocando apertamente la necessità di una vittoria militare russa sull’Ucraina.
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Durante una dichiarazione riportata dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti, Medvedev ha ribadito l’obiettivo del Cremlino di “distruggere il regime neonazista di Kiev”, riprendendo la narrazione ufficiale russa sull’invasione in corso. L’affermazione si inserisce nel quadro propagandistico con cui Mosca giustifica l’aggressione militare all’Ucraina, definendola ancora una volta una “operazione militare speciale”.

Nel suo intervento, Medvedev ha commentato la notizia, ripresa anche da Reuters, secondo cui Zelensky avrebbe elogiato l’intelligence ucraina per l’eliminazione di alti ufficiali russi, pur senza fornire dettagli specifici. Per Medvedev, queste dichiarazioni rivelano la “natura patologica” del presidente ucraino, definito “un tipo così particolare” a capo di “uno stato così anomalo”.
Il politico russo ha quindi insistito sulla necessità di portare a termine l’operazione militare con una “vittoria definitiva” per Mosca, affermando che a essere colpito dovrà essere il “regime”, non necessariamente lo Stato ucraino, il cui destino resta secondo lui una “questione del futuro”.
La retorica del Cremlino, secondo cui il governo di Zelensky sarebbe “neonazista”, è stata più volte smentita dalla comunità internazionale e bollata come infondata da gran parte degli analisti politici e osservatori indipendenti. La guerra in Ucraina, iniziata nel febbraio 2022, continua a provocare tensioni crescenti anche sul piano della comunicazione e della propaganda.