
È stato posto agli arresti domiciliari don Nicola D’Onghia, sacerdote di Noci, indagato per omicidio stradale aggravato dalla fuga e dall’omissione di soccorso in relazione alla morte di Fabiana Chiarappa, 32 anni, soccorritrice del 118, deceduta il 2 aprile 2025 in un tragico incidente avvenuto sulla statale 172 dei Trulli, tra Turi e Putignano.
La svolta nelle indagini
La misura cautelare è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta della pm Ileana Ramundo e del procuratore aggiunto Ciro Angelillis, al termine delle indagini condotte dai carabinieri di Turi. La svolta è arrivata quando accertamenti tecnici sulla Fiat Bravo del sacerdote hanno rivelato la presenza di tracce di sangue umano compatibili con quelle della vittima.
Decisivi anche altri elementi: immagini di videosorveglianza, testimonianze raccolte e rilievi effettuati sul luogo dell’incidente. Le prove hanno portato gli inquirenti a ritenere don D’Onghia responsabile dell’investimento e della successiva fuga.

I fatti
La sera del 2 aprile, intorno alle 20.30, Fabiana Chiarappa era in moto, in sella alla sua Suzuki Sv 650, diretta a un distributore di carburante. Non era in servizio, ma aveva da poco incontrato due colleghi. Secondo una prima ricostruzione, si pensava fosse caduta da sola, finendo contro un muretto a secco.
Ma qualcosa non tornava: tracce evidenti di schiacciamento sul corpo della vittima, notate dagli amici accorsi sul posto e dai colleghi del 118 in servizio, lasciavano supporre il passaggio di un veicolo sopra di lei. I dubbi si sono rafforzati fino a portare a una nuova ipotesi investigativa, poi confermata dagli elementi raccolti.
Le dichiarazioni del sacerdote
Davanti ai pubblici ministeri, don D’Onghia ha dichiarato: «Ho sentito un colpo mentre guidavo, pensavo fosse una pietra», sostenendo di non aver visto né la moto né la ragazza a causa del buio. Le telecamere della vicina stazione di servizio lo hanno però ripreso mentre, poco dopo, ispezionava l’auto a qualche centinaio di metri dal luogo dell’incidente.
La Procura di Bari ha ritenuto necessario procedere all’arresto, ipotizzando il pericolo di inquinamento delle prove e la possibilità di reiterazione del reato.
La memoria di Fabiana
Fabiana Chiarappa era molto conosciuta nel territorio: militava nella squadra di rugby di Capurso, viveva a Turi e prestava servizio come soccorritrice del 118. Quel giorno era libera dal turno, ma la sua tragica fine ha scosso colleghi, amici e l’intera comunità.
La famiglia, assistita dall’avvocato Guido Di Paolo e supportata da un team di consulenti tecnici, ha seguito con partecipazione ogni fase delle indagini. Ora attende giustizia per una vita spezzata troppo presto, nel buio di una strada pugliese, e per troppo tempo rimasta senza una verità.