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Conclave, il cardinale Chavez: “Durerà tre giorni. Abbiamo già una lista di nomi”

Pubblicato: 30/04/2025 12:48
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Potrebbe concludersi in appena tre giorni il prossimo Conclave, secondo quanto anticipato dal cardinale salvadoregno Gregorio Rosa Chavez, vescovo emerito ausiliare di San Salvador. Una previsione che si aggiunge alle riflessioni e ai pronostici di diversi porporati riuniti a Roma per la scelta del futuro pontefice. “Entro il 9 maggio il nuovo papa potrebbe essere già eletto”, ha dichiarato Rosa Chavez, evidenziando il clima di decisione matura che aleggia tra i cardinali elettori.
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I cardinali hanno già una lista

“Sono convinto che ognuno di noi ha già, in cuor suo, la lista dei candidati”, ha aggiunto Rosa Chavez, lasciando intendere che il dibattito non si muove in un terreno vago, ma si nutre di nomi, profili e orientamenti già ben delineati. Pur ammettendo che manchi ancora una figura unificante, il cardinale afferma che “la direzione penso sia chiara”. Nella sua personale lista, ha rivelato, ci sono cinque nomi, “molto interessanti”, tra cui anche alcuni italiani.

Le sue parole trovano eco in quelle del cardinale Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri, che ha espresso un’analoga sensazione: “Non credo che sarà un Conclave lungo”, ha dichiarato in un’intervista a Repubblica. Per Vesco i candidati emergeranno con evidenza, nonostante le diverse sensibilità presenti nel Collegio cardinalizio. “Non ci sono campi contrapposti”, ha precisato, sostenendo che sarà la volontà divina a guidare la scelta: “Non siamo noi che facciamo il Papa. Dobbiamo trovare chi tra noi è già stato scelto”.

Un papa del consenso

Riflettendo sul ruolo del futuro pontefice, Vesco ha tracciato una linea di distinzione con l’attuale successore di Pietro: “Mi rendo conto che non avremo un Francesco”, ha detto. “Ho l’impressione che avremo un uomo del consenso. Francesco ha scosso molto la Chiesa e ora l’istituzione ha bisogno di pace”. Secondo il cardinale francese, il nuovo papa dovrà unire la necessità di unità interna all’impulso per proseguire il cammino di riforma avviato da Francesco. “Più che l’origine, è una questione di carattere“, ha sottolineato.

In particolare, Vesco ha evidenziato come il pontificato di Francesco abbia avuto nella sua estraneità al sistema romano la sua forza e al tempo stesso la sua debolezza. “Era un uomo solo che poteva riformare”, ha detto, ammettendo che modelli diversi possono sia funzionare sia fallire. Il prossimo papa, dunque, dovrà essere capace di gestire le sfide strutturali della Chiesa cattolica, senza perdere di vista la spinta spirituale richiesta dal “popolo di Dio”.

L’universalità della Chiesa

A rafforzare la prospettiva di una visione globale, è intervenuto anche il cardinale cileno Fernando Chomali Garib, arcivescovo di Santiago. Interpellato all’ingresso della Congregazione dei cardinali che precede il Conclave, ha minimizzato l’importanza dell’origine geografica del futuro pontefice. “La Chiesa è universale”, ha affermato, dichiarando che in questi giorni “si respira una Chiesa molto bella”. Un clima di condivisione e ascolto che sembrerebbe preludere a una decisione rapida e condivisa.

Tutte le porte sono aperte

Anche Rosa Chavez ha voluto ricordare che “tutto è possibile” e che “tutte le porte sono aperte”. La storia del Conclave, sottolinea, è sempre stata aperta a sorprese, e anche questa volta non ci si può escludere l’emergere di un nome inatteso. La combinazione di preparazione interiore e confronto spirituale potrebbe portare a una scelta rapida ma non superficiale. Per i cardinali, il compito non è solo selezionare un leader, ma riconoscere colui che è già stato scelto dal Signore.

Il breve tempo previsto per l’elezione non significa dunque fretta, ma piuttosto una chiarezza maturata nel tempo e nella preghiera. In una Chiesa che ha vissuto trasformazioni profonde sotto il pontificato di Francesco, il nuovo papa dovrà incarnare il delicato equilibrio tra continuità e rinnovamento, tra autorità pastorale e comunione spirituale.

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