
Il ministro giapponese Ryosei Akazawa, responsabile per la rivitalizzazione economica e il nuovo capitalismo, è ripartito oggi per Washington per un secondo round di colloqui sui dazi doganali. Al centro delle discussioni ci saranno i comparti automobilistico e agricolo, settori chiave per entrambe le economie. Durante i tre giorni di visita, Akazawa incontrerà figure di primo piano dell’amministrazione statunitense, tra cui Scott Bessent, segretario al Tesoro, e Jamieson Greer, rappresentante per il commercio. Il ministro ha dichiarato prima della partenza dall’aeroporto Haneda: «Vorrei andare avanti, anche solo di uno o due passi».
Il precedente round negoziale, tenutosi a metà aprile, si era concluso senza risultati concreti, aumentando la pressione su Tokyo per arrivare a un’intesa bilaterale vantaggiosa. Il Giappone punta a un equilibrio che tuteli i propri interessi strategici in una fase in cui la politica commerciale americana si mostra più aggressiva. Il governo giapponese si mostra determinato a ottenere progressi, consapevole che ogni concessione potrebbe influire sull’intera struttura delle esportazioni nipponiche.

Sul fronte dei mercati, la Borsa di Tokyo ha aperto la seduta con un leggero rialzo, segnando un +0,2% e portandosi a 35.902,51 punti. In contrasto, Hong Kong ha esordito con il segno negativo: l’indice Hang Seng ha perso lo 0,4%, scendendo a quota 21.919,30. Un andamento che riflette le incertezze dei mercati asiatici, in bilico tra speranze di accordi commerciali e le tensioni legate alla politica economica americana.
Nel frattempo, il presidente Donald Trump ha lanciato nuovi avvertimenti all’industria automobilistica. In un comizio in Michigan, ha ribadito la sua linea dura: «Chi non riporterà la produzione auto negli Stati Uniti sarà massacrato». Il leader repubblicano ha però annunciato un temporaneo allentamento delle misure, definendolo «un po’ di flessibilità». Un messaggio chiaro agli industriali, a pochi giorni dalla firma di un ordine esecutivo che riduce i dazi su automobili e componenti.
Durante lo stesso evento, Trump ha commentato il suo rapporto con il Pentagono, affermando di non avere «fiducia al 100%» nel capo della Difesa, Pete Hegseth. «Non ho fiducia al 100% in niente», ha detto in un’intervista a ABC, definendo la domanda sulla lealtà «stupida» e ironizzando: «Non ho fiducia al 100% che finiremo questa intervista». Parole che confermano un clima di frizione tra la Casa Bianca e le alte sfere militari.
Non sono mancati toni più leggeri: al termine del comizio in Michigan, il presidente ha chiuso l’evento ballando sulle note di “YMCA”, l’inno non ufficiale del movimento MAGA. Infine, ha elogiato Elon Musk, definendolo «un grande americano» e «incredibile», sottolineando come abbia «veramente aiutato» gli Stati Uniti. Trump ha inoltre ribadito l’intenzione di concludere un accordo commerciale equo con la Cina, affermando che sia Washington che Pechino condividono la volontà di arrivare a una nuova intesa.