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Totò Riina, il figlio mette all’asta il suo ritratto: “Lui ha vissuto, vive e vivrà sempre in e con Noi”. La rabbia di Corleone

Pubblicato: 30/04/2025 12:21
Totò Riina figlio ritratto

Un gesto che ha scatenato un’ondata di indignazione istituzionale e civile. Giuseppe Salvatore Riina, figlio del defunto boss mafioso Totò Riina, ha suscitato forti polemiche pubblicando su Instagram un post dedicato al padre, nel giorno dell’anniversario della sua morte. Nel post compariva un ritratto incorniciato del boss accanto a un vaso con due rose rosse, messo simbolicamente all’asta, corredato da una frase celebrativa: «Lui ha vissuto, vive e vivrà sempre in Noi e con Noi».
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La reazione del Comune di Corleone

Il gesto è stato percepito come una provocazione e ha spinto il Comune di Corleone a prendere immediatamente posizione. In una nota ufficiale, l’amministrazione guidata dal sindaco Nicolò Nicolosi ha dichiarato: «Ancora una volta, l’Amministrazione comunale, insieme a tutto il Consiglio comunale, prende nettamente le distanze da tali sortite e anche da alcuni sconcertanti commenti apparsi sotto il post su Instagram. Il boss Totò Riina appartiene ad un passato di sangue che ha macchiato il nome di Corleone in maniera quasi indelebile. Tali esternazioni però non ci intimidiscono, ma anzi non fanno altro che rafforzare il nostro impegno quotidiano, insieme ai corleonesi onesti, per costruire una nuova Corleone, una Corleone dove personaggi come Riina jr non saranno più benvenuti».

La condanna istituzionale si è concentrata anche sui commenti apparsi sotto la pubblicazione. Tra questi, alcuni utenti hanno definito Totò Riina «un grande uomo con i veri valori della famiglia» e «l’imbattibile e unico», contribuendo a un clima che molti hanno definito inaccettabile e offensivo nei confronti delle vittime di mafia.

Un passato di provocazioni social

Non è la prima volta che Riina junior utilizza i social per lanciare messaggi ambigui. In passato, aveva pubblicato un selfie augurando «Buon Ferragosto a tutti voi da via Scorsone 24, 90034, Corleone», facendo riferimento al vecchio nome della strada dove si trova la casa della famiglia Riina. Un nome che oggi non esiste più, sostituito da quello del giudice Cesare Terranova, assassinato dalla mafia nel 1979. Anche in quell’occasione, l’intenzione apparente di glorificare il passato mafioso della famiglia aveva provocato una reazione decisa da parte delle autorità locali.

Le istituzioni corleonesi hanno sottolineato come questi episodi rappresentino un danno d’immagine per una città che da anni lavora con impegno per dissociarsi dal passato criminale e costruire una nuova identità fondata sulla legalità e sulla memoria delle vittime di mafia. Il sindaco Nicolosi ha ribadito: «Il danno d’immagine che la famiglia Riina ha provocato alla città è grave e difficile da recuperare».

Una presenza social che divide

Malgrado le polemiche e le dure prese di posizione istituzionali, Giuseppe Salvatore Riina continua a mantenere una presenza attiva sui social media, in particolare su Instagram. I suoi contenuti, spesso ritenuti provocatori e offensivi, alimentano un dibattito acceso tra chi li considera espressioni di libertà personale e chi, invece, vi legge tentativi malcelati di riabilitare l’immagine di Totò Riina, uno dei più spietati capi di Cosa Nostra.

In un contesto in cui la memoria delle vittime di mafia richiede rispetto e sobrietà, gesti come quello del figlio del boss sembrano voler ostentare un senso di impunità e continuità, in contrasto con l’impegno delle istituzioni e della società civile per promuovere una cultura della legalità. Per la città di Corleone, ancora alle prese con il peso della sua storia e con il difficile percorso di riscatto morale, ogni provocazione assume un valore simbolico che non può essere ignorato.

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