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Italia, terremoto. Scossa nella notte, paura silenziosa nei paesi addormentati

Pubblicato: 01/05/2025 07:18

Le case dormivano, e con loro le piazze vuote, le insegne spente, i vicoli stretti che sanno custodire il silenzio meglio del giorno. Qualcuno aveva appena chiuso gli occhi, qualcuno li aveva già riaperti per un sogno interrotto o per il pianto di un bambino. Poi un tremore, sottile ma deciso, ha attraversato i muri e le ossa: un rumore profondo, breve, come un colpo secco sotto terra. E la notte è cambiata.

I telefoni hanno illuminato le stanze prima ancora che le voci si alzassero. “L’hai sentita?” ha scritto qualcuno, “era un terremoto?” ha chiesto un altro. Non c’è bisogno di conferme quando la paura tocca la pelle. I social si sono riempiti in pochi minuti di messaggi, aggiornamenti, piccoli racconti. Chi era solo ha cercato qualcuno con cui condividere l’ansia, chi dormiva con altri ha contato gli sguardi prima ancora di contare i secondi della scossa.

L’epicentro del sisma è stato registrato in provincia di Brindisi, precisamente a sei chilometri a nord-ovest di San Donaci, in una zona circondata dai centri abitati di Mesagne, Tuturano, Cellino San Marco e San Pietro Vernotico. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), la scossa si è verificata alle 3.36 del 1° maggio 2025, con una magnitudo di 2.2 e a una profondità di circa 4 chilometri.

Pur trattandosi di un evento di bassa intensità, la scossa è stata avvertita chiaramente da numerosi residenti, soprattutto nei centri più vicini all’epicentro. In tanti hanno raccontato di essere stati svegliati di soprassalto, percependo un movimento secco e breve, ma sufficiente a far sobbalzare dal letto e a generare un senso diffuso di allarme. In molti hanno riferito di essersi riversati temporaneamente in strada per precauzione.

Nessun danno, ma paura diffusa

Le autorità locali, contattate immediatamente dopo l’evento, hanno escluso danni a persone o cose, confermando che non si sono verificate situazioni di emergenza. La Protezione civile regionale ha comunque monitorato la situazione per l’intera notte, mantenendo un canale di comunicazione aperto con i sindaci dei comuni coinvolti. L’episodio ha riacceso l’attenzione sulla vulnerabilità sismica di un’area che, pur non essendo classificata ad alto rischio, non è del tutto esente da fenomeni tellurici.

Secondo le carte di microzonazione sismica, l’area del brindisino ricade in zona 4, la più bassa della classificazione nazionale, dove i terremoti sono considerati rari e generalmente di lieve entità. Tuttavia, eventi come quello della notte scorsa dimostrano che nessun territorio può dirsi completamente esente dal rischio sismico. Anche una scossa leggera, soprattutto se superficiale, può risultare percepibile in modo netto e generare allarme tra la popolazione.

Un precedente nel 1991

Storicamente, il territorio salentino ha conosciuto pochi ma significativi episodi sismici. Il più rilevante degli ultimi decenni risale al 20 febbraio 1991, quando un terremoto di magnitudo 4.5 fu avvertito distintamente in tutta la Puglia meridionale, con epicentro nel basso Adriatico. Anche allora non si registrarono danni gravi, ma l’evento contribuì ad alimentare la consapevolezza del rischio sismico in una regione spesso trascurata dalle analisi più note. Proprio per questo motivo, monitoraggio e prevenzione restano fondamentali, anche nelle zone dove la terra raramente si muove.

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