
L’indagine sul caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, continua a far discutere dopo quasi due decenni. Con la riapertura delle indagini che vede coinvolto Andrea Sempio come possibile concorrente o complice dell’allora fidanzato della vittima, Alberto Stasi, attualmente in regime di semilibertà dopo una condanna definitiva a 16 anni, si riaccendono i riflettori su una delle vicende giudiziarie italiane più complesse degli ultimi anni.
“La responsabilità di Stasi resta intatta”
Dal secondo atto delle indagini, emergono tensioni crescenti tra le parti. L’avvocato Gian Luigi Tizzoni, che rappresenta la famiglia Poggi, ha ribadito con decisione: “Questi presunti sviluppi denotano solo una sistematica fuga di notizie rispetto all’attività degli inquirenti che oggettivamente preoccupa. Ma anche qualora detti sviluppi avessero un qualche fondamento, non intaccherebbero minimamente la responsabilità di Stasi”. Il legale sottolinea che Stasi è stato condannato anche per la mancanza di un alibi e sette elementi di prova gravi, precisando ironicamente: “Spero non debbano trovarsi un alibi, dopo 18 anni, anche tutti i cittadini di Garlasco”.

L’inchiesta, condotta dalla procura di Pavia, si è recentemente arricchita di un nuovo dettaglio. La madre di Andrea Sempio, Daniela Ferrari, ha deciso di non rispondere alle domande durante l’interrogatorio. Secondo quanto riferito dalla sua legale, Angela Taccia, la donna avrebbe avuto un malore alla sola menzione di una terza persona, sconosciuta a Sempio e al padre, ma che potrebbe avere legami con lei.
Un nuovo nome e molte incertezze
“Non lo conosco, né lo conoscono Andrea e suo padre”, ha affermato l’avvocata Taccia. “Non lo escludo per la madre, ma non ne ho certezza. Mi ha solo riferito di essersi avvalsa della facoltà di non rispondere, come previsto dalla legge”.
Intorno a questo nome, mai emerso prima, regna il massimo riserbo. Tuttavia, secondo alcune indiscrezioni, la testimonianza di quest’uomo – già ascoltato dai carabinieri – potrebbe mettere in discussione l’alibi di Sempio per la mattina dell’omicidio.
Nel frattempo, Massimo Lovati, altro difensore di Sempio, annuncia battaglia: “Il 16 maggio presenterò tutte le eccezioni possibili, incluse quelle sull’inutilizzabilità delle impronte. Non ci sarà più alcuna collaborazione, solo guerra all’ultimo sangue”. Le prossime settimane si preannunciano dunque determinanti.