
Si è spento a 85 anni uno dei protagonisti della scena culturale italiana, attore e regista teatrale di grande spessore, custode appassionato della memoria poetica del nostro Paese. La notizia della sua morte è stata accolta con cordoglio nel mondo dello spettacolo, della letteratura e della critica. La sua voce intensa e il suo stile raffinato hanno segnato decenni di teatro, cinema e poesia. I funerali si terranno lunedì 5 maggio, alle 14.45, nella chiesa di Santa Francesca Romana a Milano.
Questo grande protagonista della cultura italiana è Alessandro Quasimodo, morto oggi, 2 maggio, a Milano dopo una lunga malattia. Figlio del Premio Nobel Salvatore Quasimodo e della danzatrice Maria Cumani, Alessandro ha dedicato la vita a mantenere viva la memoria del padre, portando le sue poesie in giro per il mondo e sostenendo iniziative editoriali e culturali. Era un uomo colto, sensibile, rigoroso, capace di unire il teatro classico alla passione civile della parola poetica.

Nato a Milano nel 1939, si diplomò alla scuola d’arte drammatica del Piccolo Teatro nel 1959 e si perfezionò con Lee Strasberg a Spoleto. Lavorò con maestri come Marco Bellocchio, Franco Parenti e Luca Ronconi, partecipando a spettacoli memorabili. Il suo talento emerse anche nella prosa contemporanea, come nella prima italiana de Il compleanno di Harold Pinter. Collaborò con compagnie prestigiose in Italia e all’estero, imponendosi come un attore dalla voce potente e dalla recitazione rigorosa.
Negli anni ’80 e ’90 si dedicò soprattutto alla divulgazione poetica, con letture-spettacolo in Italia, Europa, Asia e Nord America. Mise in scena testi dei grandi classici italiani da Tasso a d’Annunzio, e fu protagonista di un progetto dedicato ai genitori, Fuori non ci sono che ombre, e cadono, rappresentato al Piccolo Teatro. Il suo lavoro non fu mai solo artistico, ma anche profondamente educativo.

Alessandro Quasimodo ha recitato anche per il cinema: da Ugo Tognazzi a Federico Fellini, passando per Lina Wertmüller e Giovanni Maderna. In TV partecipò a numerosi sceneggiati RAI. Fu attivo in radio e voce recitante in composizioni musicali, tra cui la Dante-Symphonie di Liszt e un oratorio su Papa Giovanni XXIII.
Impegnato anche sul fronte della promozione culturale, era presidente onorario del Parco Letterario dedicato al padre a Roccalumera e cittadino onorario della città. Collaborava con premi letterari come giurato e fondatore, contribuendo alla valorizzazione della poesia italiana. Con la sua morte, l’Italia perde un ambasciatore della cultura, una figura che ha saputo unire arte, memoria e impegno civile.