
Un racconto agghiacciante arriva dal mondo del cinema italiano. Una nota attrice ha rivelato pubblicamente di aver interrotto le riprese di un film dopo essersi accorta che un membro della troupe stava fotografando di nascosto le nudità di alcune colleghe. Il fatto è avvenuto su un set di cui non è stato specificato il nome, ma ha sollevato immediatamente un’ondata di indignazione.
Durante un’intervista, l’artista ha raccontato come si sia accorta del comportamento sospetto di un tecnico di scena, che puntava di nascosto il telefono sulle attrici in abiti succinti. “Lì ho capito che non potevo restare in silenzio”, ha detto, spiegando di aver denunciato l’uomo e preteso l’interruzione immediata delle riprese.

A parlare è l’attrice Anna Foglietta, ospite dell’ultimo episodio del podcast Passa dal BSMT di Gianluca Gazzoli. Attualmente al cinema con il film Storia di una notte, tratto dal romanzo Nelle migliori famiglie di Angelo Mellone, Foglietta ha scelto di condividere l’episodio per rompere il silenzio su dinamiche ancora troppo diffuse nel mondo dello spettacolo.
“Mi è capitato su un set – ha raccontato – e ho denunciato tutto”. L’attrice ha spiegato che durante una scena in cui recitava con un’altra collega in déshabillé, aveva notato il comportamento ambiguo di un macchinista: “Inquadrava le gambe, ho subito avvertito l’aiuto regia”. Ma quello che sembrava un episodio isolato era solo l’inizio.

Il giorno seguente, il tecnico si è presentato di corsa sul set con una scusa – “sistemare una gelatina” – posizionandosi in alto per avere un’angolazione favorevole. Quando ha tirato fuori il telefono per riprendere il seno scoperto di un’attrice, Foglietta è intervenuta con forza: “Lì ho fatto la matta: ‘Scusa, te che stai facendo?’”. A quel punto ha fermato il set, denunciato l’uomo e preteso che gli fosse sequestrato il telefono. “Era pieno di immagini”, ha dichiarato.
“Il corpo della donna è sempre oggettificato e questo non lo permetto più”, ha concluso Foglietta. Le sue parole vanno oltre la singola esperienza, richiamando la necessità urgente di un cambiamento culturale dentro e fuori i set cinematografici. Un atto di denuncia che rompe il silenzio e punta a trasformare l’indignazione in consapevolezza collettiva.