
Madre e padre di Chiara Poggi ribadiscono la loro ferma convinzione nella colpevolezza di Alberto Stasi e manifestano profonda perplessità nei confronti della riapertura delle indagini su Andrea Sempio.
Secondo Rita Preda e Giuseppe Poggi, tutti gli indizi raccolti fin dal primo processo – dalla mancata dichiarazione della bicicletta nera alle scarpe pulite indossate quella sera – confermano il ruolo di Stasi nell’omicidio della figlia avvenuto il 13 agosto 2007.
Di fronte alla prospettiva di un “nuovo processo”, i genitori parlano di una ferita che si riapre senza motivo, definendo questa fase “peggiore di 18 anni fa”, perché dà l’impressione di ignorare tutto quanto già accertato nei precedenti gradi di giudizio.
Pur non opponendosi a nuovi accertamenti, i Poggi ritengono che l’inchiesta stia seguendo un “giro lungo” finalizzato esclusivamente a ottenere la revisione del processo a carico di Stasi, piuttosto che a cercare la verità. In questo contesto, l’ipotesi di coinvolgere Andrea Sempio viene liquidata con un secco: “Su Sempio non c’è niente”.
Per Giuseppe e Rita, l’intera operazione rischia di trasformarsi in una bolla di sapone, capace solo di protrarre il dolore della famiglia senza aggiungere elementi nuovi e concreti alla ricostruzione dei fatti.