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Come la Francia ci ha fregato due volte: lo scandalo STM-Fincantieri di cui nessuno parla

Pubblicato: 02/05/2025 09:37

Non si arrestano le difficoltà per STMicroelectronics, colosso europeo dei semiconduttori partecipato dai governi di Italia e Francia. Durante il consiglio consultivo tenutosi martedì sera, è fallito per la seconda volta il tentativo di nominare Marcello Sala nel comitato di sorveglianza della società. La proposta era già stata bocciata a marzo a causa del veto della componente francese, e questa volta nemmeno si è ottenuto l’inserimento della nomina nell’ordine del giorno della prossima assemblea degli azionisti. In questa storia, l’Italia viene così fregata due volte dalla Francia, in una partita politica gestita malissimo fin dal principio, nel 2018. E ora vedremo perché. Intanto, un comunicato del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha annunciato l’uscita del capo dipartimento dell’economia, che passerà nel Cda di Nexi. Al suo posto è stato nominato Francesco Soro. Anche se il cambio era previsto, non si esclude che lo stallo in STMicroelectronics abbia contribuito ad accelerare la decisione.
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STMicroelectronics

Una crisi che affonda le radici nel passato

Oltre alla ben nota crisi dello stabilimento di Agrate Brianza, emerge chiaramente un problema di governance mai risolto. Ma attribuire le colpe unicamente al governo attuale sarebbe riduttivo: i problemi attuali nascono da decisioni prese tra il 2017 e il 2018, quando al governo c’era il PD, e fu nominato Jean-Marc Chery come amministratore delegato, nonostante i risultati negativi della divisione da lui guidata in precedenza (perdite di oltre 630 milioni di euro nel 2013-2016). Fino ad allora, la guida dell’azienda era rimasta in mani italiane con due amministratori di successo: Pasquale Pistorio, artefice dell’espansione internazionale, e Carlo Bozotti, in carica dal 2005 al 2018. Il particolare modello di governance (con consiglio di sorveglianza composto da 3 membri italiani, 3 francesi e 3 indipendenti) dava ampi poteri all’AD, ma era equilibrato. Con Chery, però, l’equilibrio si è rotto.

La Francia frega l’Italia due volte

La sua nomina fu sostenuta anche dalla parte francese, in un periodo in cui si giocavano altre partite politiche delicate, come quella della tentata acquisizione dei cantieri dell’Atlantique da parte di Fincantieri. Come spiega LaVerità, in quel contesto, si arrivò a uno scambio: STMicroelectronics a guida francese, STX ai cantieri italiani. Uno scambio che ha però penalizzato l’Italia su entrambi i fronti. Una delle condizioni implicite della nomina di Chery era la riforma della governance, che avrebbe dovuto portare più equilibrio nei poteri del comitato di sorveglianza. Tuttavia, dopo anni, nulla è cambiato. Anzi, la Francia ha rafforzato il controllo, mentre lo stabilimento italiano di Agrate ha visto ridurre le attività produttive, nonostante oltre 600 milioni di euro di fondi pubblici investiti nel triennio. E anche la partita di Fincantieri è saltata. Cornuti e mazziati. STMicroelectronics è diventata un esempio di come la Francia abbia prevalso in una partita politica e industriale mal gestita dall’Italia, soprattutto durante i governi di centrosinistra.

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