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“Se mi eleggono, scappo via!”: conclave, il caso folle del cardinale che non vuole fare il Papa

Pubblicato: 03/05/2025 09:53
Conclave cardinale López Romero

Un’uscita ironica, ma carica di significato, quella del cardinale Cristóbal López Romero, attuale arcivescovo di Rabat, che ha scelto di commentare con leggerezza e fermezza le voci che lo indicano come uno dei favoriti per il soglio pontificio. In un’intervista concessa all’emittente spagnola Rtve, il porporato ha ribadito con decisione di non avere alcuna ambizione di diventare Papa, sottolineando come il desiderio di guidare la Chiesa possa essere indice di una distorsione della vocazione stessa.
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“Chi sogna il papato ha un problema nel cuore o nella testa”

Il tono ironico non ha oscurato la profonda riflessione ecclesiologica e spirituale del cardinale spagnolo. Alla notizia di essere considerato tra i papabili per il prossimo Conclave, López Romero ha risposto con una battuta destinata a far discutere: “Se intravedo il pericolo di essere eletto nel Conclave, inizio a scappare e mi ritrovano in Sicilia”. Una frase che mette in chiaro quanto l’ambizione personale sia incompatibile con il servizio pontificio, secondo la sua visione.

Il cardinale ha poi aggiunto una riflessione più seria, chiarendo il suo pensiero: “Desiderare di diventare Papa è segno di un problema nella testa, psicologico, o di un malessere nel cuore”. Un’affermazione netta, che interpreta la funzione del Pontefice come un incarico gravoso, da assumere solo per obbedienza e mai per iniziativa personale. Secondo López Romero, chi aspira a quella carica è mosso da sete di potere, non da spirito di servizio.

Il Conclave come chiamata, non come ambizione

Nel corso dell’intervista, l’arcivescovo di Rabat ha messo in evidenza la differenza sostanziale tra la Chiesa cattolica e il mondo della politica, dove i candidati si propongono, si fanno campagna, combattono per i voti. “In politica gli aspiranti dirigenti si dichiarano candidati. Qui nella Chiesa nessuno lo fa”, ha detto. Per lui, il Conclave è un luogo di discernimento e chiamata, non di corsa al potere.

Pur ribadendo che dire “no” all’elezione non sarebbe una possibilità — “È un servizio che si compie solo se viene richiesto” — López Romero ha voluto marcare la distanza tra accettare con obbedienza e cercare con ambizione. Un confine sottile ma decisivo, che distingue la vocazione ecclesiale autentica da qualsiasi deriva personalistica.

Nessuna ambizione, solo il peso del possibile incarico

Alla domanda diretta sull’inserimento del suo nome tra i più citati dai media e dai bookmaker, il cardinale ha reagito con il proverbio per eccellenza del Conclave: “Chi entra Papa, esce cardinale”. Un modo, forse scaramantico, per allontanare da sé qualsiasi ipotesi di elezione, ma anche per suggerire che i meccanismi interni alla scelta del Papa non rispondono mai a logiche prevedibili o pubbliche.

“Non ho assolutamente alcuna ambizione. Non potrei mai immaginarmi in quel ruolo”, ha detto López Romero, concludendo: “Quindi il fatto che facciano il mio nome fin dall’inizio è in realtà un buon segno: non dovrò portare quel pesante fardello”. Con queste parole, il cardinale ha ribadito la sua contrarietà a una visione del papato come meta da raggiungere, preferendo invece l’immagine del peso da accettare solo se richiesto dal collegio cardinalizio.

Un messaggio controcorrente in tempi di visibilità

Le parole del cardinale spagnolo rappresentano una voce controcorrente in un’epoca segnata dalla visibilità, dalla comunicazione aggressiva e dall’esposizione mediatica costante, anche all’interno della Chiesa. Il suo richiamo all’umiltà, alla rinuncia all’ambizione e alla centralità del servizio riporta al cuore della spiritualità cristiana, dove il potere si misura in sacrificio e dedizione.

In un contesto in cui spesso le speculazioni sui futuri Papi si moltiplicano già prima della sede vacante, López Romero ha voluto ricordare che il pontificato non è un traguardo ma una croce, che si porta solo per amore della Chiesa e mai per desiderio personale. Un messaggio sobrio e radicale, che interroga l’intera comunità cattolica su cosa significhi davvero essere chiamati a guidare il popolo di Dio.

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