
Nel pieno di una fase estremamente delicata del conflitto russo-ucraino, gli Stati Uniti hanno smentito con decisione le voci secondo cui Washington starebbe valutando un disimpegno dal processo di risoluzione diplomatica. La dichiarazione è arrivata dalla portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, che è intervenuta per chiarire la posizione americana e ribadire il proprio coinvolgimento.
Leggi anche: Ucraina apre al compromesso, Trump accelera: “Accordo vicino tra Russia e Ucraina”
Gli Stati Uniti restano nel processo di pace
Le indiscrezioni circolate nelle ultime ore parlavano di una possibile uscita degli USA dai colloqui di pace tra Russia e Ucraina. Tuttavia, Bruce ha definito queste notizie “false”, sottolineando che gli Stati Uniti non si faranno da parte. In un’intervista rilasciata al The Guy Benson Show, la portavoce ha spiegato: “L’idea che ci faremo da parte non è vera. Se non ci saranno progressi evidenti nell’accordo, potremmo cambiare un po’ la nostra posizione, ma questo non rappresenta in alcun modo un passo indietro”.
Bruce ha anche precisato che un’eventuale modifica della linea diplomatica americana dipenderebbe esclusivamente dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dal segretario di Stato Marco Rubio, lasciando intendere che ogni ipotesi di cambiamento è comunque lontana da una rottura con il processo in atto.
Esplosioni nella regione di Kherson: un morto e cinque feriti
Sul fronte militare, la notte è stata segnata da nuovi bombardamenti russi nella regione di Kherson, dove un attacco ha causato la morte di una persona e il ferimento di altre cinque. Lo ha riferito su Telegram il governatore dell’oblast di Kherson, Oleksandr Prokudin, precisando che i colpi d’artiglieria hanno colpito aree residenziali, provocando danni a una decina di abitazioni civili.

L’attacco notturno è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di bombardamenti che continuano a colpire i territori al confine tra le forze in conflitto. Kherson, da tempo, rappresenta una delle zone più calde della guerra, e la popolazione civile resta esposta a gravi rischi.
Mosca annuncia la distruzione di 170 droni ucraini
Dal lato russo, il ministero della Difesa ha dichiarato che, durante la notte, le forze armate di Mosca hanno intercettato e distrutto 170 droni ucraini, oltre a 11 missili e 14 droni marittimi nel Mar Nero. Il bilancio comprende anche 8 missili Shadow Storm e 3 missili da crociera antinave Neptune-Md, entrambi di fabbricazione ucraina. La notizia è stata riportata dall’agenzia Tass, che cita fonti militari russe.
Inoltre, secondo quanto riferito dalla stessa agenzia, frammenti di droni o missili avrebbero provocato danni nella città di Novorossiysk, nei pressi del ponte di Kerch, una zona strategica che collega la Crimea al territorio metropolitano russo. Sebbene non siano stati segnalati morti o feriti, gli attacchi pongono ancora una volta l’accento sull’espansione della guerra anche in aree non direttamente coinvolte nei combattimenti di terra.
Un conflitto senza tregua
Le dichiarazioni ufficiali e le operazioni militari delle ultime ore confermano che il conflitto tra Russia e Ucraina resta in una fase altamente instabile. Mentre la diplomazia cerca con fatica uno spazio d’azione, gli attacchi continuano con intensità, colpendo sia infrastrutture militari sia zone abitate.
Gli Stati Uniti, pur sottolineando la necessità di valutare eventuali progressi nei negoziati, ribadiscono il proprio impegno nel sostenere il processo di pace e nel mantenere attiva la pressione diplomatica. La posizione americana resta dunque quella di un coinvolgimento costante, nonostante l’assenza di sviluppi significativi al tavolo dei negoziati.
Il contesto generale continua a oscillare tra tentativi di dialogo e escalation militare, in uno scenario dove ogni dichiarazione pubblica o mossa strategica rischia di avere ricadute pesanti sul terreno. E intanto, la popolazione civile in entrambe le nazioni continua a pagare il prezzo più alto.