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Vestito da Papa sul sito della Casa Bianca, l’ultima bestemmia di Trump sconvolge il mondo

Pubblicato: 03/05/2025 06:58

Il fotomontaggio è solo un’immagine, ma grida molto più delle parole. Donald Trump in abiti papali, con mitra, talare bianca e crocifisso d’oro, benedicente come un pontefice, campeggia senza pudore sui social ufficiali della Casa Bianca e su Truth Social, la sua piattaforma. Il messaggio è inequivocabile: non solo presidente, ma unto del Signore. È un gesto che va ben oltre la provocazione politica. È una mossa iconografica studiata, deliberata, per occupare lo spazio simbolico più sacro dell’Occidente nel momento più delicato: l’imminente conclave per scegliere il successore di Papa Francesco.

La teologia del culto personale

Non è una goliardata, non è un errore di comunicazione. È una dichiarazione di egemonia, l’incarnazione di quella teologia del potere che ha sempre sedotto i regimi populisti: l’uomo solo al comando non solo guida la nazione, ma si erge a guida spirituale, salvatore, redentore. Trump gioca con la simbologia cattolica come farebbe un influencer con un filtro di Instagram: non per ironia, ma per costruire un’epica personale in cui lo Stato coincide con il suo corpo, la fede con la sua voce, il destino con il suo secondo mandato.

Economia in calo, propaganda in salita

La scelta di pubblicare questa immagine arriva proprio mentre i dati economici smentiscono i suoi proclami. Il Pil degli Stati Uniti si è contratto dello 0,3% nel primo trimestre del 2025, un segnale preoccupante, soprattutto perché si tratta dell’inizio del suo nuovo mandato. Ma invece di affrontare la crisi con sobrietà, Trump rilancia: “Questo è un periodo di transizione… avremo il più grande boom economico della storia”. Le sue parole, affidate a un’intervista alla Nbc, si collocano su un piano quasi escatologico, come se la realtà economica fosse solo un passaggio penitenziale verso una resurrezione promessa.

Il silenzio della politica e il rumore dell’idolatria

Il problema non è solo Trump. È l’assordante silenzio di chi dovrebbe indignarsi. La comunità cattolica americana, profondamente divisa, si mostra prudente. I democratici restano impantanati tra accuse reciproche e paralisi comunicativa. E l’Europa osserva, in silenzio, mentre la sacralità del ruolo papale viene piegata a uso interno della propaganda americana. In un mondo che fatica a distinguere tra ironia e ideologia, questo fotomontaggio diventa un test: fino a che punto siamo disposti a tollerare che la politica usurpi anche l’immaginario religioso?

La benedizione dell’America o la sua condanna?

Trump sa esattamente cosa sta facendo. Sa che ogni gesto, ogni foto, ogni frase può diventare un atto di culto. Vestirsi da papa non è solo un atto di vanità: è un tentativo di presentarsi come l’unico mediatore tra il popolo e la verità. Ma quando la politica si traveste da religione, non è la fede a vincere, è la libertà a perdere.

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