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Il Barcellona e le mani fasciate, “Ecco perché lo fanno”: cosa dice l’esperto. Finalmente la verità

Pubblicato: 03/05/2025 12:54

Durante la semifinale di Champions League contro l’Inter, alcuni giocatori del Barcellona si sono presentati con il polso fasciato. Tra di loro, il promettente Lamine Yamal e il brasiliano Raphinha, nonostante nessun recente infortunio fosse noto. Questo particolare non è sfuggito ai tifosi, che si sono chiesti il perché di questa scelta. Le speculazioni si sono moltiplicate: c’è chi parla di una nuova moda, chi di una protezione preventiva, e chi, come un ex medico del Real Madrid, ha ipotizzato, senza alcuna prova, possibili pratiche dopanti. Ma qual è la verità dietro queste fasciature? (Continua dopo le foto)

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Yamal e i calciatori del Barcellona con la mano fasciata: il vero motivo

Moda o rituale scaramantico?

La spiegazione più plausibile arriva da Andrea Bernetti, segretario generale della Simfer, che all’Adnkronos Salute ha dichiarato: “Una delle motivazioni più diffuse è legata a questioni di scaramanzia. I giocatori, dopo aver usato le fasciature per motivi legati a infortuni, non le hanno più rimosse anche in seguito”. La scaramanzia nello sport è un fenomeno ben noto: dai calzini “fortunati” ai riti pre-partita, molti atleti seguono rituali nella speranza di migliorare le loro prestazioni. “Basti pensare a De Rossi con la maglia a maniche diverse o ai riti meticolosi di Nadal prima di ogni servizio”, aggiunge Bernetti. Il bendaggio del polso diventa così un simbolo personale, un’àncora che offre sicurezza e continuità. (Continua dopo le foto)

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L’effetto placebo nello sport

Oltre alla scaramanzia, c’è anche una spiegazione scientifica. Secondo Bernetti, la fasciatura può innescare un effetto placebo, migliorando le performance grazie alla convinzione del giocatore che quella pratica abbia un effetto benefico. “L’effetto placebo nello sport si manifesta attraverso diversi meccanismi. Il più studiato è il rilascio di neurotrasmettitori che migliorano l’umore, riducono il dolore e aumentano la motivazione”, spiega Bernetti. Se un giocatore crede che la benda lo renda più forte o più fortunato, il corpo reagisce di conseguenza, potenziando effettivamente la sua prestazione.

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La psiche dell’atleta: nessuna prova di doping

Nonostante le illazioni di pratiche illecite, non esistono prove che colleghino le fasciature a fenomeni di doping. Le ipotesi sono state smentite dai controlli anti-doping. Nel calcio moderno, dove ogni gesto è analizzato, una benda può avere più a che fare con la psiche dell’atleta che con esigenze mediche. Come sottolinea Bernetti: “La mente influenza il corpo. Nell’atleta, questo legame è amplificato: credere di poter vincere è spesso il primo passo per riuscirci davvero”.

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