C’era una volta un uomo che faceva ridere tutti parlando napoletano con l’accento di chi viene da lontano. Un immigrato mai partito davvero, inventato per gioco e diventato, a furia di battute, simbolo di una città intera. Lo si vedeva sul piccolo schermo, con la faccia furba e le mani sempre in movimento, mentre raccontava il mondo da dietro la tenda di una scenetta improbabile. I bambini lo imitavano, gli adulti lo citavano, i vicoli sembravano conoscerlo uno per uno. Ma fuori dal personaggio, nel silenzio di un basso napoletano, c’era un uomo che lottava. Con l’alcol, con i vuoti lasciati da un padre e una madre, con quella voglia ostinata di tornare in scena anche quando sembrava troppo tardi. Era fatto così: un comico con la malinconia negli occhi, capace di regalare leggerezza mentre dentro portava un peso che pochi conoscevano davvero.

È morto a 57 anni Luigi Tamburrino, attore napoletano divenuto celebre per aver interpretato Alì Sasà, il personaggio cult della storica trasmissione TeleGaribaldi, fucina di talenti partenopei negli anni Novanta e Duemila. Tra i nomi emersi da quel format — che ha segnato un’epoca della comicità televisiva — ci sono anche Biagio Izzo, Alessandro Siani, Gianni Simioli, Lisa Fusco, e tanti altri.
Il ricordo commosso di Alan De Luca
Alì Sasà era un tunisino che parlava in perfetto napoletano, protagonista di sketch esilaranti incentrati sull’integrazione e sulle contraddizioni della quotidianità. Un personaggio diventato rapidamente popolarissimo, specchio ironico di una Napoli aperta, surreale, spesso più vera della realtà. Tamburrino portò quel ruolo anche al cinema, recitando nel film Cient’ann accanto a Mario Merola e Gigi D’Alessio, vestendo — ancora una volta — i panni del suo alter ego Alì.
Tra i primi a ricordarlo è stato Alan De Luca, storico compagno di avventure artistiche, che ha sottolineato come “pochi sanno che facevi i dialetti italiani benissimo e raccontavi le barzellette in maniera esilarante”, aggiungendo che “gran parte dei napoletani ti ricordano per il personaggio ironico e malinconico del tunisino Alì Sasà”. Ma nel suo racconto affiora anche il dolore di una vita fragile, segnata da perdite profonde e da una lunga, mai del tutto vinta, lotta contro l’alcol.
De Luca ha parlato della “tua irrequietezza e solitudine nel tuo basso”, della “faticosa voglia di rimetterti in gioco, ostacolata dalle tue battaglie”, ricordando anche un momento speciale: “L’anno scorso ti portai a Procida, in un raro momento di sobrietà. Mi dicesti che era stata una giornata bellissima, che non avresti dimenticato. Parlammo dei tuoi progetti, della voglia di ricominciare. E io ci avevo voluto credere, ancora una volta”.
Concludendo il suo commosso ricordo, ha evocato anche Loredana, l’amore scomparso dell’attore: “Ora siete di nuovo insieme”.
Una risata malinconica che Napoli non dimenticherà
Luigi Tamburrino se n’è andato lasciando in chi lo ha conosciuto il ricordo di un uomo complicato ma autentico, di un comico dal talento puro, capace di far ridere e commuovere in una sola battuta. Come Alì Sasà, resterà nella memoria collettiva come simbolo di un’epoca e di una città che non ha mai smesso di riconoscersi nella sua ironia amara.