
Due mesi dopo il tragico omicidio di Chiara Poggi, un episodio sconvolgente torna sotto i riflettori. Mentre la scena del crimine era ancora sotto sequestro e la famiglia Poggi aveva lasciato la villetta di via Pascoli, si verificò una misteriosa intrusione in un’altra casa legata alla giovane vittima: quella della nonna materna, Mariuccia Galli, a Gropello Cairoli. Questo furto, passato inosservato all’epoca, ora riemerge con un nuovo significato grazie a recenti sviluppi investigativi.
Un furto silenzioso nella villetta di via Sassi
L’incidente avvenne il 6 ottobre 2007 nella casa di via Sassi 101, un quartiere tranquillo dove la famiglia Poggi si era trasferita in seguito alla tragedia. La casa era disabitata, poiché la signora Mariuccia era ospite in una struttura per anziani. Quella sera, qualcuno entrò furtivamente senza lasciare segni evidenti di effrazione. L’evento, apparentemente insignificante, si colloca in un contesto già intriso di ombre e sospetti.

Movimenti sospetti la notte prima del delitto
Le stranezze, però, iniziarono già prima del delitto. Alcuni vicini notarono movimenti anomali nella villetta tra il 12 e il 13 agosto, poche ore prima che Chiara fosse ritrovata priva di vita a Garlasco. Le testimonianze dei vicini, raccolte nei giorni immediatamente successivi, vennero messe da parte mentre l’attenzione investigativa si concentrava su Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara. Tra i testimoni, Gazzaniga dichiarò di aver visto luci accese al piano superiore della villetta disabitata e un’auto sconosciuta ferma davanti al cancello, un dettaglio che oggi appare inquietante.

Anche Mazzini confermò la presenza dell’auto, descrivendola come una piccola vettura chiara parcheggiata per ore, forse fino a notte fonda. Non era certo della data esatta, ma era sicuro che in quella casa, che avrebbe dovuto essere vuota, c’era movimento. Ferrari, un altro vicino, aggiunse di aver notato una luce interna filtrare dalle tapparelle abbassate, un dettaglio che suggerisce la possibile presenza di qualcuno all’interno, forse con intenzioni non del tutto chiare.


Un ritorno agli archivi alla ricerca di risposte
Questi dettagli, rimasti sepolti nei verbali, riemergono ora con nuove indagini, che includono l’attenzione su Andrea Sempio, un amico di Chiara all’epoca. Non è ancora chiaro se le due incursioni nella casa di Gropello Cairoli siano collegate, ma l’idea che qualcuno cercasse qualcosa o volesse cancellare tracce, apre scenari sconvolgenti.
La domanda che sorge insistentemente è se davvero tutto sia stato indagato con la dovuta attenzione. Chi era nella casa della nonna la notte prima del delitto? E chi è tornato lì due mesi dopo, nel silenzio, mentre l’attenzione era altrove? Queste domande, anche dopo quasi vent’anni, continuano a richiedere risposte.