Vai al contenuto

Chi è Domenico Battaglia, il “prete di strada” nominato cardinale da Papa Francesco

Pubblicato: 05/05/2025 16:19
domenico battaglia

Il 4 novembre 2024, Papa Francesco ha annunciato a sorpresa l’inclusione di monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, tra i nuovi cardinali del Concistoro del 7 dicembre. Una mossa che ha ricordato quanto accaduto nel 2001 con Giovanni Paolo II, quando vennero aggiunti sette nomi all’elenco iniziale, tra cui quello di Jorge Mario Bergoglio, oggi pontefice.

La porpora cardinalizia, secondo alcuni, avrebbe sostituito quella destinata a un vescovo indonesiano costretto a rinunciare. Ma l’inserimento di Battaglia ha un valore che va ben oltre. Porta in Conclave una voce originale e dissonante, quella di un prete di strada, vicino agli ultimi e animato da una spiritualità concreta, radicata nella sofferenza e nella speranza del popolo.

Le radici nel Sud e l’impegno sociale

Nato a Satriano (Catanzaro) nel 1963, Battaglia è stato ordinato sacerdote nel 1988. Fin dall’inizio si è dedicato alle fragilità umane, in particolare al mondo delle dipendenze. Per oltre vent’anni ha diretto il Centro Calabrese di Solidarietà, fondato sul carisma di don Mario Picchi, pioniere nella lotta alla tossicodipendenza.

È stato anche presidente nazionale della Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche, vicepresidente della Fondazione Betania di Catanzaro e protagonista di molte iniziative sociali e pastorali in Calabria. Il suo stile è quello dell’accoglienza silenziosa, del gesto concreto, della parola essenziale.

Nel 2016 Papa Francesco lo ha chiamato a guidare la diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, dove si è distinto per un’azione pastorale intensa e partecipata. Nel 2020 è stato promosso arcivescovo di Napoli.

Una voce profetica e pacifista

Battaglia è noto anche per il suo linguaggio diretto e profetico, soprattutto su temi sociali e politici. Ha condannato con forza la corsa agli armamenti: “Ogni euro speso in armi è sottratto a scuola, sanità e poveri. La pace non si costruisce armando i popoli, ma disarmando i cuori”.

Nel Giovedì Santo ha lavato i piedi a operatori e operatrici di pace, con padre Alex Zanotelli tra i concelebranti: “La più povera oggi è proprio la pace. A chi la difende, dico: quando sarete stanchi, sarà il Signore a lavarvi i piedi”.

Napoli, fraternità e coscienza

Nel suo ministero a Napoli, Battaglia ha espresso un amore profondo per una città “meravigliosa, piena di umanità, ma anche ferita”. “La fraternità non è mai un punto di partenza, ma una conquista quotidiana fatta di gesti semplici”.

Per lui, la libertà del Vangelo è una libertà che costa, ma è l’unica che salva: “Gesù non ha inseguito il potere, ma ha vissuto nella verità e nell’amore. Seguirlo vuol dire scegliere la mitezza e la coscienza come guida”.

Una visione per la Chiesa e per il mondo

Battaglia ha più volte richiamato la politica e l’economia al dovere della giustizia sociale: “Si colmano le disuguaglianze restituendo dignità, non solo assistenza”. E ancora: “Serve un’economia che non escluda, che parta dal cuore toccato dal dolore altrui. Il bene comincia sempre da lì”.

Con la sua nomina, Francesco immette nel Collegio cardinalizio una figura che incarna la Chiesa del Sud, povera ma piena di dignità, capace di guardare in faccia la sofferenza e di dare voce a chi non ne ha.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure